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Quando l'Europa iniziò la sua esplorazione del Vicino Oriente, le notizie riguardanti quest'area erano sommarie e spesso facevano riferimento a un passato leggendario e mitico. Per secoli studiosi e ricercatori si sono interrogati sulla realtà storica di questo paesaggio primigenio, fino alla metà dell'Ottocento, quando iniziò l'esplorazione archeologica delle capitali assire. Oggi è finalmente possibile dare un volto al "giardino dell'Eden", a quel paesaggio in cui è germinata, alcuni millenni fa, la nostra civiltà.
«scarsamente documentata in sede archeologica, la struttura agraria del mondo antico è adesso oggetto di un'attenta proposta di ricostruzione approntata con autorevolezza da Mario Liverani» – Alessandro Zaccuri, Avvenire
La nostra civiltà comincia il suo viaggio in uno spazio mitico. Un "giardino dell'Eden" in cui l'uomo trovava soddisfatte tutte le sue necessità. Per secoli studiosi e ricercatori si sono interrogati sulla realtà storica di questo paesaggio primigenio. Oggi finalmente è possibile rispondere alla domanda: ma com'era fatto questo paradiso? Quando l'Europa iniziò la sua esplorazione del Vicino Oriente, le notizie riguardanti quest'area erano sommarie e spesso facevano riferimento a un passato leggendario e mitico. In particolare, due miti ne avevano simboleggiato il paesaggio: la "Torre di Babele" come metafora per la città e il "Giardino dell'Eden" come metafora per la campagna. Entrambi erano caratterizzati da un elemento di crisi e di collasso: la torre di Babele era rimasta incompiuta e abbandonata, il giardino dell'Eden era stato chiuso all'uomo, costretto a migrare verso ambienti meno ospitali. Invece di città, i primi viaggiatori nel Vicino Oriente trovarono rovine, e invece di giardini trovarono il deserto. Col progredire dell'indagine storica e archeologica, le informazioni sulle antiche città (da Ninive a Babilonia) crebbero, mentre le informazioni sulle campagne rimasero scarse e quasi nulle. La storia orientale antica divenne una questione di re e dinastie, di città e palazzi, di scribi e artigiani e mercanti. Si sapeva che la stragrande maggioranza della popolazione antica era costituita da contadini e pastori, ma la ricostruzione della loro vita e del loro ambiente venne a lungo esclusa dal quadro. Oggi le condizioni sono cambiate. Possiamo provare, per la prima volta, a dare un volto al "giardino dell'Eden", a quel paesaggio in cui è germinata alcuni millenni fa la nostra civiltà.
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