Parole

La storia di Antonia Pozzi è affascinante tanto quanto le sue poesie: figlia di una famiglia benestante , si innamora ricambiata del suo professore di latino e greco. È un amore totalizzante e puro, che viene però ostacolato dai genitori di lei. Dopo un secondo sentimento, stavolta non ricambiato, cade in depressione, e muore, suicida, a soli 26 anni nel 1938. Dimenticata per anni, viene riscoperta grazie a Eugenio Montale. Ho amato particolarmente le sue poesie, per la capacità assurda di creare immagini e sensazioni con una semplicità disarmante. Assolutamente da scoprire.

Prigioniera del suo tempo, delle convenzioni, della condizione femminile e dell'autorità paterna, Antonia Pozzi riversa le angosce della sua breve vita in versi intimistici e malinconici che faticano a celare l'intimo tormento che sfocerà in tragica disperazione. Tuttavia ciò che il verso potrebbe aiutare a tradurre - l'angoscioso macigno di desideri inappagati - non riesce a trasmutarne la pesantezza e questa mancanza di levità sembra condurre, in alcuni casi, a mancanza di afflato poetico. E' quindi spesso una poesia ridondante, nei concetti e nello stile, con poche, autentiche punte di lirismo.

Libro prezioso. Parole che portano luce. Da tenere sempre sul comdino