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Passavamo sulla terra leggeri - Sergio Atzeni - copertina
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Passavamo sulla terra leggeri

Dettagli

2003
25 giugno 2003
163 p.
9788887825572

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Francesco
Recensioni: 5/5

Leggendo questo video, ti viene voglia di vivere un'epoca mai vissuta.

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alessandro
Recensioni: 5/5

Epico. Da leggere

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L'ornitorinco
Recensioni: 5/5

A me il concetto di “radici” piace molto. Sentire l’appartenenza a una terra, a una cultura, per quanto poi la vita possa portarci altrove. Incontrare dall’altra parte del mondo qualcuno che ha le nostre stesse radici e riconoscersi. La nostalgia di casa quando si è distanti, i dialetti che sfuggono di bocca nei momenti più sinceri, i racconti dolci, malinconici ma sempre molto orgogliosi delle proprie usanze. Bello. Io radici non ne ho, e ne ho sempre sentito la mancanza. Per questo quando le trovo negli altri mi commuovo. E sapete chi ha un senso identitario incredibilmente potente e genuino? I sardi. Anzi, dirò di più: non ho mai incontrato nessuno che conosca la propria terra bene come loro. Ne vanno fieri, ne conoscono i luoghi, la storia, le tradizioni, le condividono con la luce negli occhi e io che ascolto mi emoziono. “Io credo che la Sardegna vada raccontata tutta…se avrò vita cercherò di raccontare i paesi, uno per uno, e tutte le persone, una per una”. E ci ha provato, Sergio Atzeni, scrittore cagliaritano morto giovanissimo nel mare della sua Sardegna qualche giorno dopo aver consegnato le pagine di “Passavamo sulla terra leggeri”. La sua terra la racconta in tutti i suoi scritti, ma in quest’ultimo romanzo decide di renderla mito, narrandone le origini dall’alba dei tempi, inventando una lingua degli antichi, mischiando realtà e invenzione per ricreare le atmosfere di un poema epico, in cui i custodi del tempo si tramandano da generazioni la storia dei popoli che hanno abitato l’isola, dai sacerdoti che leggevano le stelle agli stranieri che l’hanno invasa e conquistata, togliendole la libertà. “Cantavamo, morivamo, danzavamo di padre in figlio, crescendo di numero e di esperienza dell’isola. Eravamo felici. Chiamavamo noi stessi s’ard, che nell’antica lingua significa danzatori delle stelle. […] Nessuno sapeva leggere e scrivere. Passavamo sulla terra leggeri come acqua.”

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Sergio Atzeni

(Capoterra, Cagliari, 1952 - Isola di S. Pietro, Cagliari, 1995) scrittore italiano. Ha raccontato, con linguaggio petroso ricco di accensioni liriche e afflato epico, storie e personaggi della Sardegna in Apologo del giudice bandito (1986) e Il figlio di Bakunin (1991). D’ispirazione autobiografica è Il quinto passo è l’addio (1995). Postumi sono usciti Passavamo sulla terra leggeri (1996), epopea del popolo e della civiltà sardi, e diverse raccolte di racconti, tra cui Bellas Mariposas (1996), Racconti con colonna sonora (2002), I sogni della città bianca (2005). Scritti giornalistici 1966-1995 (2005) testimonia il suo costante impegno politico. È tragicamente scomparso in mare.

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