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Anno edizione: 2015
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Sono talmente tanti i pensieri elaborati dalla Mastrocola in questo pamphlet, che recensirli in così poco spazio, limita moltissimo il compito di chiunque voglia tentare. Eppure, ce n'è uno in particolare che impone una riflessione ed è il seguente: "Abbiamo una compulsione alla relazione continua, e un agire perenne, ininterrotto. Mai fermi e mai soli. Ci sentiamo vivi, esistiamo, solo se stiamo con gli altri, solo se continuamente agiamo, ci spostiamo, variamente ci dimeniamo". E' evidente che, nell'esporre tale pensiero, l'autrice si è ispirata al poeta greco Kavafis; ma è anche evidente, credo, che, chi approccia, a tale testo, non possa e non debba leggerlo ed interpretarlo come esclusivamente l'urlo di "dolore" di un insegnante, prossima alla pensione, che, malinconicamente, vede sfiorire una professione e un'istituzione. Qui "dentro", c'è molto, ma molto di più. E la scelta è sempre la stessa: essere o avere, sussistere o apparire. Ecco, allora che tutto diventa enormemente più complesso, perché non si tratta solo di studiare "come una volta", ma di scegliere come e soprattutto perché vivere, di impiegare il tempo, che ci è concesso, non in modo esclusivamente utilitaristico, bensì edificando sé stessi, prendendo, se c'è bisogno, le distanze dagli "altri"; anzi,a volte, purtroppo, farlo nonostante gli altri. In fondo, per scrivere un'opera simile, si deve, per forza di cose, aver scelto, da tempo, di mettersi lì, seduti. fermi, immobili, solo leggermente ri-flessi. Sì, proprio nell'esatta postura del pensatore di Rodin. A riflettere su un mondo che non è come dovrebbe essere.
Una rivoluzione silente. In un mondo iperattivo, la rivolta nasce dalla concentrazione dell'essere che, per una volta, ha nel fare il vero antagonista morale. L'uomo si ripiega su stesso per aprirsi all'universo interiore, che è la prosecuzione naturale della realtà esterna. È lì dentro che questa deposita le proprie verità più preziose, che poi volano da un'anima all'altra a bordo dei libri, i veicoli interstellari capaci di superare tutti i limiti. Paola Mastrocola chiama "sprofondati" i tesori che quei viaggi lasciano in noi. Al riparo dalla memoria e dalla coscienza, possono compiere indisturbati la loro opera di rinnovamento della nostra individualità, come pazienti restauratori, autori di creazioni il cui stile unisce le certezze del passato e le possibilità future. Il loro lavoro è innescato dal nostro studio, quella vocazione appartata ed esclusiva che ci isola dal flusso della produttività ad ogni costo, degli obiettivi da raggiungere, dei canoni da rispettare. Chiudersi nell'abbraccio con cui il pensiero cinge appassionatamente la parola scritta è una pratica ormai fuori moda, che esula persino dagli odierni parametri scolastici, e alla quale questo libro continua a dichiarare la propria devozione, contro il comune sentire, contro quello che la società ci chiede e finge di poter ricompensare. Questo volumetto è destinato a chi lo può capire, perché in esso si riconosce completamente, avendo partecipato alla fuga che rende la mente felicemente sola, e quindi completamente libera di vagare in uno spazio tutto suo. Ma è destinato anche a coloro che, invece, non sono disposti a raccogliere il suo invito, essendo attaccati a valori che promettono di offrire di più, e subito, nella popolare dimensione della concretezza. Le sue proposte parlano a tutti, poiché lanciano il loro richiamo dalla sommità della barriera che divide l'umanità a metà: da una parte i convinti cultori di una ripagante adeguatezza, dall'altra i trepidanti cercatori di un'appagante diversità.
Un libro scritto col cuore, coerentemente al titolo. Lo studio ( e non basta la scuola, purtroppo !) come punto di riferimento irrinunciabile per il nostro io, per il suo benessere, la sua crescita e maturazione, fine a se stesso e non condizionato dall' obbligo di un sbocco lavorativo. Studio inteso come un momento ( anche ore, ovviamente) di isolamento, di distacco dal mondo mediatico oppressivo e incalzante (Tv, smartphone, tablet ...) per stare con noi stessi e ritrovarsi in una dimensione finlamente reale, nostra e di nessun altro. Viene in mente ' L'ora di lezione' di Recalcati, dove il desiderio si concretizza con il trasfert amoroso verso la conoscenza. Un messaggio per tutti, per i giovani in particolare, che spesso non sanno (anche se vogliono) studiare, ingannati dal sapere superficiale trasmesso da internet ( le 'dolci navigazioni destrutturate internettiane'...) travolti da un affaccendamento spesso inconcludente nel cercare compulsivamente esperienze lavorative 'facili' e di moda. Libro e analisi che mi sono piaciuti dall'inizio alla fine, anche perchè condivido con l'autrice studi classici prolungati che ancora supportano e alimentano il mio modo di vivere.
Recensioni
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