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Patria e umanità. Il pacifismo democratico italiano dalla guerra di Libia alla nascita della Società delle Nazioni -  Lucio D'Angelo - copertina
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Patria e umanità. Il pacifismo democratico italiano dalla guerra di Libia alla nascita della Società delle Nazioni -  Lucio D'Angelo - copertina

Descrizione


Attraverso un'ampia documentazione, il libro ricostruisce la storia del pacifismo italiano di matrice radicale, repubblicana e liberale progressista, dalla nascita in Italia della prima associazione pacifista "ufficiale", avvenuta nel 1885 a Torino, fino agli anni del primo dopoguerra. II lento, spesso faticoso, ma costante processo di crescita del movimento italiano per la pace, riconosciuto anche sul piano internazionale con l'assegnazione nel 1907 del premio Nobel per la pace a Ernesto Teodoro Moneta, fu interrotto dalla guerra di Libia, la quale provocò al suo interno una spaccatura fra coloro che approvavano l'impresa per considerazioni di natura nazional-patriottica e quanti l'avversavano con fermezza, giudicandola una pura guerra di conquista. La crisi d'identità del pacifismo democratico italiano fu aggravata dallo scoppio del primo conflitto mondiale, poiché finirono con l'aderire alla causa interventista non solo quei suoi rappresentanti che si erano espressi a favore della guerra italo-turca, ma quasi tutti quelli che l'avevano osteggiata. Non per questo i dirigenti del pacifismo borghese italiano che avevano fatto proprie le ragioni dell'interventismo democratico rinnegarono gli ideali pacifisti, prova ne sia che, sin dalle ultime settimane di guerra, si fecero paladini dei princìpi wilsoniani e della necessità di dar vita a una Società delle Nazioni.
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Dettagli

2016
9 giugno 2016
207 p., Brossura
9788815264824
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Indice

Abbreviazioni e sigle
I. La nascita delle prime associazioni e la formazione di un movimento organizzato
II. Primi segnali di crisi: l'impresa libica
III. Il punto di non ritorno: l'intervento dell'Italia nel primo conflitto mondiale
IV. Tentativi di ripresa fra gli ultimi anni di guerra e i primi anni di pace
Indice dei nomi

Voce della critica

Durante la cosiddetta “bella epoca” si sviluppa in tutta Europa il pacifismo, non una generica aspirazione alla pace, ma la convinzione che si possano evitare le guerre con accordi e arbitrati. Un pacifismo di ispirazione laica e democratica, diverso da quello socialista o cristiano. Il libro che qui segnaliamo ricostruisce la vicenda del pacifismo democratico italiano nel secondo decennio del secolo scorso. Una storia, perciò, che investe una fase drammatica, quando il movimento, organizzatosi a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, deve confrontarsi con le dure repliche della cronaca. C’è anzitutto la guerra di Libia che incrina l’equilibrio giolittiano e provoca le prime spaccature nel pacifismo nostrano; poi la crisi epocale: lo scoppio del primo conflitto mondiale cui segue la controversa entrata in guerra dell’Italia. In quella circostanza quasi tutti gli esponenti pacifisti sono per l’intervento, con le parole d’ordine della “guerra per la pace” o della “guerra contro la guerra”. Infine c’è la confluenza nella proposta wilsoniana della Società delle nazioni che rinnova, per una breve stagione, la speranza di porre finalmente al bando ogni guerra. Basato su un ampio scandaglio archivistico, il volume è articolato in quattro capitoli in cui sono analizzate con perizia e passione le vicende del movimento pacifista italiano. Se in primo piano è la ricostruzione degli avvenimenti e delle scelte politiche compiute volta a volta, non è trascurata la dimensione ideale, ricondotta a diverse matrici: il liberoscambismo, il pacifismo istituzionale, l’eredità mazziniana e risorgimentale. Analogamente, se più ampio spazio è dedicato alla personalità principali del movimento, da Teodoro Moneta a Edoardo Giretti e ad Arcangelo Ghisleri, non mancano i riferimenti ai quadri intermedi.

Recensione di Maurizio Griffo.

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