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Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)
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Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando) - Bruno Vespa - copertina
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Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)

Descrizione


Dal buio alla luce. Dal buio della guerra voluta da un Mussolini che non ha saputo né voluto fermarsi in tempo alla luce di un'alba sorta sull'Italia dopo l'interminabile notte della pandemia. Come di consueto, Bruno Vespa si muove su due piani, lo storico e il cronistico, mettendo a confronto i due momenti più drammatici della nostra storia.

Dopo la conquista dell'impero (1936), la popolarità di Mussolini era altissima, mentre Hitler era detestato dagli italiani e dallo stesso capo del fascismo. Ma la rottura con le democrazie occidentali per le sanzioni inflitte all'Italia durante la guerra d'Etiopia avvicinò sempre più il Duce al Führer, che avviò un'abilissima e fortunata opera di seduzione. Il primo risultato furono le leggi razziali del 1938, qui raccontate in pagine struggenti: la macchia più ignobile per un dittatore che, fino a poco prima, si era erto a difensore degli ebrei dalle persecuzioni naziste. Il nostro paese non era pronto alla guerra, ma l'occupazione tedesca di mezza Europa, tra l'autunno 1939 e la primavera 1940, convinse Mussolini a entrare in un conflitto che doveva durare qualche settimana e si protrasse, invece, per cinque atroci anni. I disastri iniziali in Francia e in Grecia furono il prologo delle disfatte in Africa e in Russia, qui narrate in dettaglio, dall'epopea della Folgore a El Alamein allo sterminio dei soldati italiani nella ritirata del Don. L'esito finale fu la congiura di militari, gerarchi e monarchia che portò alla caduta e all'arresto del Duce (25 luglio 1943), con una trama da thriller. Vespa descrive queste vicende come un cronista al fronte e, con lo stesso spirito, affronta la tragedia della pandemia. E ritrae un paese con oltre 130.000 morti, dissestato nell'economia e negli equilibri sociali, che si sta risanando più in fretta delle altre nazioni d'Europa grazie alla poderosa campagna vaccinale e agli stimoli finanziari europei gestiti da Mario Draghi, l'italiano più accreditato al mondo, e da una maggioranza di unità nazionale formata da partiti divisi su quasi tutto, ma costretti a stare insieme dall'emergenza. Pagina dopo pagina, si dispiegano i retroscena della caduta di Giuseppe Conte e la nascita del governo Draghi, le incessanti fibrillazioni del Movimento 5 Stelle (su cui Grillo non rinuncia a regnare), la nuova vita del Pd (con Letta che, forte della vittoria nelle amministrative d'ottobre, punta a palazzo Chigi), la ritrovata unità del centrodestra (dove un Berlusconi ritemprato dall'ennesima assoluzione cerca di mettere pace tra Salvini e la Meloni, feriti dalle sconfitte elettorali e dalle vicende Morisi e Fidanza – qui ricostruite con particolari inediti – ma determinati a vincere insieme le elezioni ed essere decisivi nella scelta del nuovo presidente della Repubblica). E per finire, scienziati famosi ci spiegano come dovremo convivere con il Covid-19 che, a colpi di vaccini, sarà presto ridotto alla stregua di un comune virus del raffreddore.

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Dettagli

2021
3 novembre 2021
468 p., Rilegato
9788804745433

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scarabeuslupia
Recensioni: 5/5
Riflessione

Testo che rasenta bene la "kultura italiana" attuale: il nulla assoluto. Soldi sprecati.

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Giorgio g
Recensioni: 5/5
Mera propaganda

Bruno Vespa ci fa percorrere la parabola di Mussolini che, dai fasti dell’Impero, precipitò sempre piú giù. É un libro che avrei fatto bene ad evitarne la lettura, perché scritto col piglio giornalistico anziché dello storico. É questo un difetto molto grave. É scritto come segue, inclusi gli stafalcioni: “sappiamo se la medaglia d’argento fosse stata concessa a Bottai per eccesso di generosità, ma nei novanta giorni di permanenza in Albania, quasi un mese in prima linea Bottai se l’era fatto. A meno di una gigantesca e assai improbabile simulazione.” Cosa diavolo c’entrano il governo Draghi e Berlusconi e la destra con l’assunto principale del libro? E il principale assenso alla carica che Draghi ha assunto: “Non perde mai tempo per cose che non siano campagna vaccinale e ripresa economica.”

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Mariottide
Recensioni: 1/5
Forse troppo superficiale... e non parliamo del sottotitolo

Vespa si sarà documentato, anche attraverso fonti piuttosto autorevoli, ma la sua ricostruzione è troppo superficiale. Naturalmente, io ho scaricato il libro e, nel giro di due giorni, non ho potuto leggerlo tutto, ma l'andazzo sembra abbastanza lineare con le aspettative che mi ero posto dal titolo. Nel suo lavoro precedente, Vespa aveva dimostrato una grande volontà di uscire dagli schemi e di analizzare in maniera estremamente critica gli avvenimenti (in positivo o in negativo). In questo caso, si lascia troppo trasportare da facili moralismi, che non permettono di focalizzarsi abbastanza sulle origini dei fatti (è il caso sia dell'emanazione delle leggi razziali che dell'entrata in Guerra). La seconda parte, che è quella che ho letto di meno, è classica: intervista ai politici del momento, sui temi di attualità. Il problema, rispetto al libro precedente, è che il tutto è condito (stracondito) da un atteggiamento filogovernativo esagerato. Sembrerebbe banale da dire, ma è palese che Vespa strizzi l'occhio a Draghi, anche se per nessuna giustificata ragione. Vespa motiva l'utilizzo di questa espressione ("perché Draghi la sta risanando") per via dei 200 e più miliardi del Recovery Fund, per i quali vede in Draghi un buon gestore. Peccato che stiamo parlando del presente: mancano i progetti; il piano, proposto dal Governo, è un pugno in un occhio (due lire per la sanità e un'immensità per la famigerata transizione ecologica) e vi è una disorganizzazione generale, nel Governo, che non promette nulla di quello che preannuncia Vespa. Questo libro, innegabilmente, ha più uno scopo politico che giornalistico.

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Conosci l'autore

Bruno Vespa

1944, L'Aquila

Bruno Vespa ha cominciato a sedici anni il mestiere di giornalista e a diciotto le collaborazioni con la Rai. Laureatosi in giurisprudenza, nel 1968 si è classificato al primo posto in un concorso nazionale per radiotelecronisti ed è stato assegnato al telegiornale. Dal 1990 al 1993 ha diretto il Tg1. Dal 1996 la sua trasmissione «Porta a porta» è il programma di politica, attualità e costume più seguito. Tra i premi più prestigiosi, ha vinto il Bancarella (2004), per due volte il SaintVincent per la televisione (1979 e 2000) e nel 2011 quello alla carriera; nello stesso anno ha vinto l'Estense per il giornalismo. Per Mondadori ha pubblicato: Telecamera con vista (1993), Il cambio (1994), Il duello (1995), La svolta (1996), La sfida...

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