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Le persone e le cose - Roberto Esposito - copertina
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persone e le cose

Descrizione


Fin dalle origini, la nostra civiltà si è basata su una distinzione netta e inequivocabile tra persone e cose, fondata sul dominio strumentale delle prime sulle seconde. Questa opposizione di principio nasce con il diritto romano e percorre per intero la modernità, fino ad approdare all'attualità del mercato globale, producendo contraddizioni crescenti. Sebbene la distinzione continui ad apparirci chiara e necessaria, nella prassi giuridica, economica e tecnica assistiamo continuamente a un ribaltamento di fronte: alcune categorie di persone vengono assimilate alle cose, mentre alcuni tipi di cose acquistano un profilo personale. Per risolvere questa antinomia, Roberto Esposito - con il consueto rigore argomentativo - ci propone una via d'uscita, grazie a un nuovo punto di vista costituito dal corpo. Né persona né cosa, il corpo umano diventa l'elemento dirimente nel ripensamento dei concetti e dei valori che governano il nostro lessico filosofico, giuridico e politico.
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Dettagli

2014
26 agosto 2014
XVIII-115 p., Brossura
9788806223076

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Claudio Romei
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In questa società dove oramai la forma distintiva tra cose e persone è sempre più labile e dove spesso l’una prende il posto dell’altra diventa necessario soffermarsi a leggere un saggio di filosofia teoretica come questo di Roberto Esposito. L’autore l’ho “conosciuto” al Festival della filosofia di Modena dove stava tenendo una lezione magistrale proprio sul rapporto tra cose e persone per arrivare a parlarci di dignità e di etica sociale. Io lavoro in una ditta che ha come slogan “Persone oltre le cose” e tutta la campagna pubblicitaria si basa sul fatto che i clienti non sono cose e che viene dato il giusto valore al rapporto, che noi collaboratori non siamo cose e che viene riconosciuto il giusto valore (ovviamente nel caso della mia azienda è vero). Proprio così verrebbe da dire infatti come ci dice Roberto Esposito il primo elemento di distinzione è proprio il possesso, chi possiede è persona e chi è posseduto è cosa, ma la storia ci insegna che spesso le situazioni si sono mescolate e/o capovolte, un esempio eclatante è lo schiavismo dove la persona è ridotta ad uso e a cosa. La nostra giurisprudenza legifera fin dai tempi dei romani sulle cose ma non sulle persone, ultimamente con le nuove tecnologie, gli esperimenti genetici, l’avvento del cyborg, l’intelligenza artificiale, le cure estetiche e i trapianti di parti di corpo questo vuoto legislativo è diventato sempre più marcato. Quindi Esposito ci spiega che sempre di più si è dovuto andare a cercare qualcosa che facesse da tramite tra persona e cosa e questo tramite è il corpo. “Né persona né cosa, il corpo umano diventa l’elemento dirimente nel ripensamento dei concetti e dei valori che governano il nostro lessico filosofico, giuridico e politico”. Quindi tutta la nuova legislatura si muove su di una nuova etica, e deve legiferare su testamento biologico, fecondazione artificiale, suicidio assistito, clonazione, eutanasia, matrimoni omo-affettivi, bioetica ecc. Un’ultima precisazione: avete fatto caso ch

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Roberto Esposito

1950, Napoli

Insegna Filosofia teoretica presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane. Tra le sue opere: "Categorie dell'impolitico" (1988); "Nove pensieri sulla politica" (1993); "L'origine della politica. Hannah Arendt o Simone Weil" (1996). Per Einaudi ha curato una raccolta di saggi di Leo Strauss "Gerusalemme ed Atene" (1998) e ha scritto "Communitas. Origine e destino della comunità" (1998 e 2006), "Immunitas. Protezione e negazione della vita" (2002), "Bíos"(2004), "Terza persona" (2007), "Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana" (2010), "Due. La macchina della teologia politica e il posto del pensiero" (2013) e Termini della politica. Vol. 1: Comunità, immunità, biopolitica (Mimesis 2008, ristampa 2018).

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