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Pitiche. Testo greco a fronte - Pindaro - copertina
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Pitiche. Testo greco a fronte
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Pitiche. Testo greco a fronte - Pindaro - copertina
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Descrizione


Non si può non riconoscere a Pindaro il merito di una poesia capace di dispensare gloria immortale a chi si rende protagonista di imprese epiche. Celebrando le competizioni agonistiche del suo tempo, Pindaro dava conto di uno dei principali canoni dell'etica greca, quello che coniugava armonia estetica e dirittura morale, forza fisica e cultura: i valori di quell'educazione aristocratica alla quale egli stesso era stato formato. Nelle "Pitiche", i versi che celebrano i vincitori dei grandi giochi panellenici di Pito (Deli), che si svolgevano ogni quattro anni in onore di Apollo, Pindaro raggiunge davvero vette ineguagliabili. Se è inevitabile constatare la fragilità umana, ugualmente tutto ciò che è umano viene assunto nel mito e perde la sua limitatezza. A cura di Franco Ferrari l'opera dell'autore classico considerato profeta di una concezione morale e religiosa della vita.
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Dettagli

2008
Tascabile
10 settembre 2008
209 p., Brossura
9788817024983

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Nicola Murari
Recensioni: 5/5
La migliore lirica

Qui si trovano le più belle poesie per gli agoni panellenici. Ben conservate e ben tradotte, con mirabili espressioni. Straordinari i riferimenti alle imprese degli Argonauti.

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Alex
Recensioni: 5/5

Pregevole edizione, come del resto tutti i libri della collana. ricchissimo l'apparato di note e molto approfondita l'introduzione al testo. Pur non avendo modo di giudicare la qualità della traduzione, dato l'eccellente lavoro di note e di introduzione ritengo di non sbagliare a credere che anche la traduzione non sia da meno. Acquisto consigliatissimo per immergersi a pieno nella mentalità della Grecia antica e per godere dei versi di uno dei più grandi lirici del suo tempo.

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Pindaro

(Cinocefale, Tebe, 518 - Argo 438 a.C.) poeta greco. Nacque da nobile famiglia. Dopo un periodo passato a Tebe si trasferì ad Atene, dove ebbe come maestri Apollodoro, Agatocle e Laso d’Ermione. Del 498 è il primo componimento datato, la X Pitica per Ippocle di Tessaglia. Durante le guerre persiane mantenne un atteggiamento distaccato, quasi indifferente, ma più tardi cantò Atene come «baluardo della Grecia». Fu in Sicilia alla corte di Gerone di Siracusa insieme a Bacchilide (con il quale, nel 476, celebrò la vittoria olimpica di Gerone). Scarse sono le notizie sugli anni successivi: l’unica data sicura è il 446 (VIII Pitica per un atleta di Egina). Si tramanda che Alessandro Magno, quando nel 336 distrusse Tebe, volle risparmiata la sua casa.P. trattò tutte le forme della lirica corale:...

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