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Popolazione e alimentazione. Saggio sulla storia demografica europea
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Descrizione


Il volume analizza i meccanismi di natura biologica, sociale e culturale che collegano alimentazione, mortalità e popolazione, determinandone le variazioni nel breve e nel lungo periodo. L'analisi di Livi Bacci getta più di un dubbio sull'esistenza di una relazione di lungo periodo tra alimentazione e mortalità, mostrando come quest'ultima sia legata piuttosto al ciclo epidemiologico, in gran parte indipendente dal livello di nutrizione della popolazione. Il contrasto potenziale tra disponibilità alimentari e popolazione è inoltre mediato dalla capacità biologica di adattamento delle popolazioni di fronte a situazioni di stress nutritivo. Nel breve periodo invece la sinergia tra carestia e epidemie è evidente.
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Dettagli

2
1993
27 agosto 1993
196 p.
9788815041425

Voce della critica


(scheda pubblicata per l'edizione del 1987)
scheda di Bonansea, G., L'Indice 1988, n. 2

L'autore affronta il problema delle complesse interdipendenze esistenti fra alimentazione, risorse e popolazione al fine di dimostrare che, se nel breve periodo la scarsità di cibo e le carestie hanno un ruolo preponderante rispetto alle epidemie nell'inibire lo sviluppo della popolazione, nel lungo periodo il livello della mortalità è da attribuirsi al ciclo epidemiologico, di per sé ampiamente autonomo dagli standard di nutrizione della popolazione. In effetti nella società occidentale la virulenza di cicli epidemici dovuti a fattori di origine esogena, come la peste o il vaiolo, non ha relazione con i livelli alimentari delle popolazioni. La tesi malthusiana, che assegnava alla disponibilità limitata di risorse il ruolo di frenare o di indurre la crescita demografica, trovava nel sistema alimentare la spiegazione dei grandi cicli demografici dell'Ancien Regime. Questa tesi viene qui attentamente rivisitata attraverso la scomposizione e la messa in relazione di meccanismi di natura biologica, sociale e culturale. Dall'irruzione della "grande peste" sulla scena europea nel XIV secolo fino alla rivoluzione industriale, lo sviluppo demografico si pone come risultante della contrapposizione tra ambiente limitato e ostile e le "forze della scelta", che si manifestano nel processo di costituzione della famiglia, nell'intensità produttiva e nei processi di insediamento sul territorio. È su questo equilibrio tra forze di costrizione e di scelta che si innesta la capacità di adattamento degli individui che permette loro di sopravvivere anche in condizioni di stress nutritivo.

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