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Il popolo che manca
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Il popolo che manca - Nuto Revelli - copertina
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popolo che manca

Descrizione


In un inedito racconto corale "Il popolo che manca" presenta le testimonianze più suggestive - dal valore letterario e antropologico insieme - della antica vita agropastorale raccolte da Nuto Revelli. Erano gli anni dell'industrializzazione accelerata e dello spopolamento di intere aree delle campagne del Nordovest e delle montagne alpine in cui si consumò un vero e proprio "genocidio culturale", come è stato definito, distruggendo in poco tempo mondi secolari, comunità, tradizioni e paesaggi. Di quel cosmo che appare cosi remoto queste voci costituiscono l'unico, flebile e struggente tramite. Nel percorso tracciato dal Popolo che manca si è scelto di riunire le memorie più profonde (talune integralmente inedite) dell'insieme dei protagonisti dell'epopea revelliana (i contadini del "Mondo dei vinti" ma anche le donne dell'"Anello forte"), con l'intento di fissare, entro una maglia più larga possibile, l'intera gamma delle forme (talvolta anche crudeli) della vita quotidiana del tempo: segnata da poveri sogni di esistenze dominate dalla precarietà alimentare e dalla paura, e tuttavia forte, in parallelo, di saperi e di elaborate pratiche di sopravvivenza consolidate nei secoli. Sono racconti stranianti che ricostruiscono il mondo del lavoro, la medicina popolare, il gioco d'azzardo, il regime alimentare, il parto e le pratiche matrimoniali consegnandoci, insieme, un universo di valori e convinzioni etiche popolato non meno di visioni ultraterrene, sacre e profane.
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Dettagli

2013
8 ottobre 2013
VIII-235 p., ill. , Rilegato
9788806215118

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n.d.
Recensioni: 4/5

testo che mi ha fatto capire di cosa erano capaci i nostri avi

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 5/5

C’era una volta, come nelle favole, ma qui di favola non si tratta, una vita imperniata sull’agricoltura, di gente che appena sopravviveva alle quotidiane tempeste di un destino ingrato e classista. I contadini, di cui ha raccolto numerose e variegate testimonianze Nuto Revelli, sono quelli della campagna piemontese, delle prospettive collinari del cuneese specialmente, gente sopravvissuta e che racconta come era un certo mondo nemmeno tanto tempo fa. A parlarcene in Il popolo che manca sono i diretti interessati, superstiti di un mondo che si stenta a credere possa essere esistito. Sono storie di miseria, di quella nera, dei bambini che non hanno un’infanzia, perché già subito chiamati a un lavoro estremamente disagiato; sono episodi rammentati e che vengono svelati nei tormenti dei ricordi di cui rari sono quelli buoni, quelli che ancora muovono al sorriso chi li ha estratti dai reconditi antri della memoria. Un’umanità dolente popola queste pagine in cui nulla sfugge, nessun aspetto di una vita quasi da inferno viene taciuto. Non c’è enfasi nella narrazione di chi parla di se stesso e del suo passato, non c’è nemmeno un’inclinazione a un vagheggiato eroismo, resta solo la consapevolezza di essere appartenuti a una società atavica, perennemente immobile, poi di colpo cancellata da un progresso dirompente. Eppure, nel tono di chi ricorda c’è una sottile vena di rimpianto per un’età che, se d’oro non è mai stata, però aveva una caratteristica ormai desueta: la solidarietà; e la solidarietà fra poveri vuol dire anche donare quello che non si possiede dalla nascita, ma che la durezza della vita ha fatto sorgere: la pietà per se stessi da cui nasce la disponibilità ad aiutare gli altri. Il popolo che manca è semplicemente bello, è uno di quei libri che si leggono facilmente e volentieri e che fanno capire quanto la nostra opulenta società sia debitrice di un passato che reclama almeno il ricordo.

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Nuto Revelli

1919, Cuneo

Scrittore, ufficiale e partigiano italiano.Ufficiale degli alpini in Russia e protagonista della Resistenza nel cuneese, ha partecipato alla seconda battaglia difensiva del Don e si è battuto per anni per dare voce ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini delle campagne piú povere. Tra i suoi libri, ricordiamo "La guerra dei poveri" (1962), "La strada del davai" (1966 e 2010), "Mai tardi" (1967 e 2008), "L'ultimo fronte" (1971 e 2009) , "Il mondo dei vinti" (1977), "L'anello forte" (1985), "Il disperso di Marburg" (1994 e 2008), "Il prete giusto" (1998 e 2008), "Le due guerre" (2003 e 2005), "Il popolo che manca" (2013), "Il testimone. Conversazioni e interviste. 1966-2003"(a cura di Mario Cordero).

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