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Populismo 2.0
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Populismo 2.0
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Populismo 2.0
Il populismo si è manifestato in forme molto diverse nel corso della storia, tra la fine dell'Ottocento e l'intero secolo breve; e anche oggi, la nuova disseminazione populista in Europa e negli Stati Uniti presenta differenze interne notevolissime, quelle che passano ad esempio tra la vittoria di Donald Trump e l'ascesa di Marine Le Pen. Ma un denominatore comune c'è: il populismo è sempre indicatore di un deficit di democrazia, cioè di «rappresentanza ». Un deficit «infantile», per cosí dire, per i populismi delle origini, sintomo di una democrazia non ancora compiuta; e un deficit «senile», quando cresce il numero di cittadini che non se ne sentono piú «coperti». Il populismo attuale - questa la tesi centrale del libro - è del secondo tipo: rappresenta una sorta di «malattia senile della democrazia». Il sintomo di una crisi di rappresentanza che si estende alla forma democratica stessa. È il segno piú preoccupante del rapido impoverimento delle classi medie occidentali sotto il peso della crisi economica; ma anche della sconfitta storica del lavoro - e delle sinistre che lo rappresentarono - nel cambio di paradigma socio-produttivo che ha accompagnato il passaggio di secolo.
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Autore:
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Testo in italiano
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Compatibilità:
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Pagine della versione a stampa:
155 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9788858425374
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Riccardo Alessio Oliva
22 settembre 2019
Di solito riporto un passo che mi ha colpito nettamente e che riassuma in qualche modo la lettura. Questa volta non riesco a farlo, poiché sia le dissertazioni su AfD, su Trump (pazzesco come un miliardario imprenditore padrone sia diventato paladino degli operai e dei contadini) e Brexit, sui tre neopopulismi italiani mi hanno colpito in egual modo. Aver aperto questo libro mi ha spalancato la porta del populismo, che, mi accorgo, fa parte della democrazia a livello genetico; per non farla diventare la sua versione down: la demagogia (perdonatemi l'orribile paragone), bisogna restare connessi ai bisogni dei miei conterranei e della mia comunità, con accortezza, costruendo canali atti a ottimizzare la società, fluidificandola. Non è la fine del mondo, se lo si usa correttamente. Un po' come il raggio della morte. Il populismo significa assecondare le folle, il che è imbecille, nel vero senso del termine: non può stare in piedi da solo, necessita dello spirito critico che appartiene al singolo individuo e non certo alla moltitudine, quindi necessita di calmarsi e ragionarci su, riguardo ogni questione. Limitarmi a seguire la corrente, per me politico, mi porterà a sfociare in uno strapiombo di cento metri, alias cascata, che è spettacolare, liberatorio e magnifico se non aggiungo dove andrò a finire con questo volo angelico. Per questo uscire dall'euro e buttare via a calci gli immigrati sembra un'azione così conveniente. Do quattro stelle perché sembra un'opera di Cicerone: subordinate a mai finire, parentesi, incidentali. E basta! Oltre al fatto che l'opera non è "people-friendly", ovvero risulta ostica a chi legge per la prima volta un libro sul populismo. Come il sottoscritto. E questo fa capire tante cose proprio sul perché il populismo sta attecchendo: fate, non so, un trattato sul populismo in stile Stephen Hawking, con disegnini! Populismo 2.0 mi accoglie nel mondo della politica, cui ora sono definitivamente interessato. (E Salvini prende 20mila al mese)
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pietro
22 dicembre 2018
consigliato. Ottima lezione sulla storia della politica populista in italia.
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n.d.
25 maggio 2018
Ottimo libro per avere una visione d'insieme dei populismi, anche se non offre davvero una chiave originale per comprenderli
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