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Il pozzo delle meraviglie. 300 fiabe, novelle e racconti popolari siciliani - Giuseppe Pitrè - copertina
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Il pozzo delle meraviglie. 300 fiabe, novelle e racconti popolari siciliani
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Il pozzo delle meraviglie. 300 fiabe, novelle e racconti popolari siciliani - Giuseppe Pitrè - copertina
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Descrizione


Premio Andersen 2014. Premio speciale della giuria. Fiabe di reginelle e di re, fate e animali, giganti e mammedraghe, diavoli e maghi; storie di sciocchi e furbi, megere ed eremiti, amori e dispetti, astuzie e ruberie, botole e sotterranei, travestimenti e fughe; e poi ancora giardini e fontane, fichi e melagrane, sale e zafferano, olio e basilico, ricotta e sangue... Ben 300 fiabe a fronte delle 200 messe insieme dai fratelli Grimm, per citare l'esempio più illustre. Pochi lo sanno, infatti, ma la raccolta di storie orali più ricca ed estesa che l'Italia abbia mai avuto la si deve a Giuseppe Pitrè, una figura straordinaria di medico e folklorista, che a bordo di un calesse le andò a raccogliere una per una dalla viva voce dei popolani di mezza Sicilia. Non a caso nel 1956, quando Calvino raccolse dai repertori di ogni regione le 200 Fiabe italiane a suo giudizio più belle e rappresentative, ben 40 le attinse proprio all'opera di Pitrè - da Giufà a La volpe Giovannino, da Rosmarina a Cola Pesce. Eppure, a meno dell'incursione calviniana, questa raccolta è a tutt'oggi pressoché sconosciuta al pubblico italiano, poiché Pitrè aveva scelto di trascrivere le fiabe nel dialetto siciliano ottocentesco in cui gli erano state raccontate da quei popolani, e così facendo le aveva rese indecifrabili ai lettori italiani. Dopo quasi un secolo e mezzo, questa edizione, introdotta dal massimo studioso internazionale della fiaba, Jack Zipes, e illustrata da Fabián Negrin, è la prima traduzione integrale in italiano moderno delle fiabe di Pitrè.
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Dettagli

2013
31 ottobre 2013
XXXIV-804 p., ill. , Rilegato
9788860369840

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Virginia
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Pitrè fece in Sicilia quello che Calvino fece in Italia. Una delle raccolte di fiabe più completa della tradizione siciliana. Nulla da invidiare ai fratelli Grimm, nè ad Andersen, nè a Basile: anche in Sicilia si trova la pulce gigante.

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Tiziano Favini
Recensioni: 5/5

Il pozzo delle meraviglie di Giuseppe Pitrè . Un capolavoro siciliano.

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CarlOrian
Recensioni: 5/5

Senocrate,altro medico dell'epoca,faceva costantemente uso non solo di escrementi umani ed animali, ma anche di tutte le secrezioni corporali.Del resto che l'impiego di sostanze fecali nelle pratiche mediche fosse all'epoca piuttosto generalizzato,lo si può dedurre anche da fonti esterne.Per esempio,come ci riferisce Giuseppe Pitrè, Aristofane chiamava la confraternita medica con l'epiteto di "mangiatori di escrementi"(ovvero skatophagous) ma osserva la Bibliotheca Scatologica, probabilmente questa era adoperata più in senso maligno che vero, dal momento che gli appartenenti più che mangiarla essi stessi,la facevano mangiare ai loro clienti(Bibliotheca Scatologica,pag. 197). A questo proposito è illuminate una considerazione di Dominique Laporte nel suo volume "Storia della merda" (del 1979, Multipla ed., Milano) in cui sottolinea il rapporto che intercorre anche fra le feci e l'anima. Dice infatti Dominique Laporte: "E' proprio come se il corpo comunicasse agli escrementi il peccato originale che lo macchia; c'è 'malizia' nel prodotto delle deiezioni umane che, come l'anima, non si staccano dal corpo senza portarne via una traccia.Il Maligno non rinuncia a pervadre la merda della propria presenza"(pag.46).Il carattere di questa malvagità degli escrementi in generale può essere dimostrato dal fatto che, ad esempio, per utilizzarli positivamente come concime, devono essere fatti riposare per un po' di tempo per spurgarli.Che la materia escrementizia abbia poi una qualche relazione con la potenza diabolica è confermato dal suo amio uso magico e nella stregoneria. Infatti esso trova un larghissimo impiego nell'ambito delle fascinazioni, dei sortilegi, degli incantesimi e malie. E soprattutto di un sistema divinatorio, basato sull'esame di tali sostanze e largamente diffuso presso gli Zingari,chiamato Scatomanzia. In tali applicazioni emerge ancora una volta il valore ambivalente di queste innocue sostanze. Nel campo degli auspici bisogna sottolineare anche questo libro

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Giuseppe Pitrè

1841, Palermo

Folclorista italiano, fu il più importante raccoglitore e studioso europeo di tradizioni popolari del XIX secolo e, in Italia, il fondatore della scienza folcloristica. Medico di professione, e folklorista per vocazione, sin dagli anni giovanili intraprese un’intensa attività di raccolta di ogni possibile materiale: canti, proverbi, giochi, usanze, indovinelli e soprattutto fiabe. Questo immane sforzo cominciò a concretizzarsi, a partire dal 1870, nella realizzazione di una monumentale opera in 25 volumi, la Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane. Di questa serie fanno parte i quattro volumi di Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, editi nel 1875 (con lo stesso titolo, per i tipi della Donzelli, è stata pubblicata nel 2013 la traduzione...

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