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Una sola parola per descrivere questo film: avvincente. All'inizio ti lascia sconcertato, è tutto ingarbugliato,poco chiaro e incomprensibile (come dovrebbe essere un buon suspence),per poi dipanarsi piano piano lasciando intravedere qualche spiraglio logico nella trama. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
Questo film ha tutti gli elementi che si possono desiderare da un thriller: attenzione mai calante, ritmo intenso, numerosi colpi di scena, tasselli che si incastrano a poco a poco come in un puzzle. In più ti senti coinvolto emotivamente, tifando affinchè la storia prenda la strada desiderata! Ottima recitazione di Sandra Bullock. Da notare qualche imprecisione del regista, di cui stiamo aspettando qualche altra opera perchè dopo Premonition non ha diretto più niente.
Un film con due animi? L’opera di Mennan Yapo possiede un grosso potenziale: alla pari di “The Butterfly Effect”, mette in scena l’atroce realtà antropocosmica, dove tutto è già stato scritto e non è possibile modificare nulla, se non nei limiti consentiti dalle forze occulte che governano il corso degli eventi, e sempre in una qualche direzione divergente rispetto ai propri fini. Si assiste così al calvario del personaggio della Bullock, la quale recita il ruolo d'una donna che, in virtù di poteri con cui si ritrova a viaggiare avanti e indietro lungo l’asse temporale, cerca vanamente di salvare il marito da una fine orribile. Ma i suoi tentativi sono (pre)destinati al fallimento, e l’unico risultato in grado d’ottenere è quello d'una inutile riconciliazione “pre-mortem”, o utile soltanto in vista della prosecuzione della specie. "The bad show of life must go on". Una tematica tanto interessante quanto però deturpata dalla presenza della solita ignobile teodicea. Bastano due scene, il dialogo in chiesa e l’“excipit”, per sfregiare lo spessore filosofico di “Premonition”. Nella prima sequenza si decanta una sorta di contro-manifesto del film: lei parla con un prete che le spiega come la fede permetta di sopportare ogni intoppo esistenziale; nella seconda, invece, si giunge all’apoteosi di questa becera dichiarazione teista: il pancione attesta che la mogliettina viene risarcita della fresca vedovanza col dono d’un (altro) figlio. Troppo per evitare una mezza bocciatura, nonostante i meritori propositi sottostanti che pure emergono, contraddittoriamente, nell’immagine conclusiva: lo sguardo della Bullock in stato di gravidanza non è affatto sollevato, lieto e sereno, bensì riflessivo, perplesso, quasi angosciato per il futuro che spetterà a lei, alle bimbe già nate e al nascituro. Pessima moglie e, forse, anche pessima madre: “love kills”. Il finale alternativo, e aperto, contenuto negli extra del dvd, non cambia alcunché nella sostanza.
Recensioni
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