Primo, non curare chi è normale. Contro l'invenzione delle malattie
- EAN: 9788833924366
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Primo, non curare chi è normale. Contro l'invenzione delle malattie
Allen Frances
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15/05/2020 16:38:27
E’ un testo miliare per tutti gli psicologi e lo è stato anche per me. Ho apprezzato la parte in cui si parla delle patologie psichiche ed ho riflettuto tanto sul rapporto tra diversità e normalità. In definitiva credo sia un’utile aiuto per la mia professione. Lo consiglio alle mie colleghe.
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24/03/2019 15:44:51
Le etichette oggi vengono affisse alle persone in medo troppo veloce. Questo è un libro che riflette sulla situazione attuale dell'infinita quantità di diagnosi, di qualunque genere, che investono oggi la società. Forse dovremmo riflettere se è realmente così o se è più un bisogno/comodità nostra attribuire delle etichette (diagnosi).
Questo è il messaggio inquietante trasmesso da “Primo, non curare chi è normale”, importante pamphlet contro l’invenzione delle malattie che lo psichiatra Allen Frances ha scritto in risposta alla nuova edizione del DSM, il Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders che è riferimento per ogni diagnosi emessa in ambito psichiatrico.
Pubblicato dalla American Psychiatrist Association, il DSM giunge, con quella pubblicata recentemente, alla sua quinta edizione.
Ed è, quest’ultima, un’edizione sin da subito apparsa molto controversa; un’edizione che ha sollevato molti interrogativi e fatto alzare diverse sopracciglia a quanti conoscono l’importanza del testo in questione.
Frances è figura di spicco nel panorama culturale della psichiatria statunitense, avendo fra l’altro guidato l’équipe di studiosi che ha redatto l’edizione precedente del manuale, e allora il suo j’accuse risulta tanto più significativo e urgente da cogliere.
Il DSM è infatti diventato, nel corso della sua vicenda editoriale, un vero e proprio dogma: a partire dalla sua terza edizione, edita agli inizi degli anni Ottanta, è stato riconosciuto come spartiacque di riferimento per definire quale comportamento sia da considerarsi "normale", e quale invece debba essere letto come espressione di un’anomalia, e vada quindi opportunamente – leggi: farmacologicamente - trattato.
Si capisce in fretta dove andremo a parare: dietro alla compilazione, alla redazione e alla pubblicazione di ogni nuova edizione del DSM si muovono interessi miliardari, e chi si abbevererà ai fiumi di denaro che possono erompere dall’inclusione di una nuova patologia nel manuale, ha tutto l’interesse a inquinare la fonte.
Si chiamano diagnosi “false positive” quelle che riconoscono nei sintomi di un disagio gli estremi di una malattia clinicamente definibile come tale, e l’allarme di Allen Frances non potrebbe essere più chiaro: d’ora in avanti, le diagnosi false positive aumenteranno a dismisura.
Per dirla diversamente: nessuno è normale, e c’è da scommettere che nei prossimi anni assisteremo a una progressiva invasione di patologie di ogni genere.
Già, perché se nessuno è normale, tutti hanno bisogno di essere curati: chiunque si senta un po’ triste, è affetto da una qualche forma di depressione; le persone distratte, soffrono di Sindrome da Deficit dell’Attenzione; se alcuni bambini fanno fatica ad integrarsi con l’ambiente circostante, vuol dire che soffrono di Disturbo Bipolare Infantile; le ragazze o i ragazzi timidi sono affetti da Fobia Sociale…
E indovinate un po’ come si possono curare tutte queste patologie? A suon di Prozac, Paxil, Celexa, Zoloft e quasi qualunque farmaco il cui nome ricordi quello di un supereroe venuto da Krypton per alleviare magicamente le nostre sofferenze.
La mistificazione è colossale, ubiqua e c'è bisogno di tenere sotto gli occhi costantemente quel che accade, anche per poter informare chi ci sta attorno.
Ecco allora che il saggio di Frances ci viene in soccorso, e va assunto senza moderazione: è forse il primo bugiardino che dice la verità da molto tempo a questa parte.
A cura di Wuz.it
