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Profondo nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un'unica pista all'origine delle stragi di Stato
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Profondo nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un'unica pista all'origine delle stragi di Stato - Giuseppe Lo Bianco,Sandra Rizza - copertina
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Profondo nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un'unica pista all'origine delle stragi di Stato

Descrizione


Erano gli anni Settanta. Il giornalista De Mauro stava preparando la sceneggiatura del film di Francesco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, il presidente dell'Eni che osò sfidare le compagnie petrolifere internazionali. Lo scrittore Pasolini stava scrivendo il romanzo "Petrolio", una denuncia contro la destra economica e la strategia della tensione, di cui il poeta parlò anche in un famoso articolo sul "Corriere della Sera". De Mauro e Pasolini furono entrambi ammazzati. Entrambi avrebbero denunciato una verità che nessuno voleva venisse a galla: e cioè che con l'uccisione di Mattei prende il via un'altra storia d'Italia, un intreccio perverso e di fatto eversivo che si trascina fino ai nostri giorni. Sullo sfondo si staglia il ruolo di Eugenio Cefis, ex partigiano legato a Fanfani, ritenuto dai servizi segreti il vero fondatore della P2. Il "sistema Cefis" (controllo dell'informazione, corruzione dei partiti, rapporti con i servizi segreti, primato del potere economico su quello politico) mette a nudo la continuità eversiva di una classe dirigente profondamente antidemocratica, così come aveva capito e cercato di raccontare Pasolini in "Petrolio". Le carte dell'inchiesta del pm Vincenzo Calia, gli atti del processo De Mauro in corso a Palermo, nuove testimonianze e un'approfondita ricerca documentale hanno permesso agli autori di mettere insieme i tasselli di questo puzzle che attraversa la storia italiana fino alla Seconda Repubblica.
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Dettagli

2019
Tascabile
14 febbraio 2019
320 p., Brossura
9788832961331

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Carlo Dariol
Recensioni: 5/5

Raccontato bene, con passione e ricchezza e profondità di analisi. Un testo molto utile per chi voglia comprendere cosa sta dietro tre dei misteri non risolti della storia d'Italia.

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Brando Bolis
Recensioni: 4/5

Il libro illustra le tre morti italiane che forse più delle altre hanno avuto 'strani' interventi da parte di chi, al contrario, avrebbe dovuto aiutare a trovare la verità. Il concetto di verità torna più volte all'interno del testo e non si è mai certi che chi parli su una di queste tre morti lo faccia per scoprirla o solo per interessi personali. Merito degli autori è sicuramente quello di porre in evidenza i collegamenti tra le tre morti, anche se gran parte del lavoro è già stato fatto dal PM Calia nell'indagine giudiziaria poi archiviata. Fin troppo ridondante (vengono riportati interi paragrafi due volte, sia nel testo che nelle note a fine capitolo), rimane comunque un interessante libro soprattutto per chi non conosce l'evoluzione delle indagini, giudiziarie e giornalistiche, riguardanti questi tre delitti. Sarebbe potuto essere eccellente se gli autori avessero fatto un passo in più, azzardando una sintesi più lineare tra i tre fatti, ma si comprende la loro volontà di non cadere nel facile complottismo.

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Paraguay
Recensioni: 5/5

Il mio giudizio sul libro è più che positivo. Non è vero che gli autori non giungono ad una soluzione che non nient'altro che la completa attuazione (specie dopo l'ultima legge sulle intercettazioni) del Pino di Rinascita Democratica!!!!

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Conosci l'autore

Giuseppe Lo Bianco

0, Italia

Cronista giudiziario da ventitré anni, ha lavorato al «Giornale di Sicilia» e a «L’Ora» negli anni caldi della guerra di mafia, dal blitz del settembre 1984 dopo le dichiarazioni di Buscetta, che originò il primo maxiprocesso alle cosche, ai misteri delle stragi mafiose, ai processi Andreotti e Contrada.È convinto che sia riduttivo continuare a definire mafia un sistema democraticamente rappresentato, che costituisce la prima, autentica, emergenza del paese.Oggi collabora con «il Fatto Quotidiano» e con «MicroMega». Corrispondente de «L’espresso» dalla Sicilia, ha scritto con Franco Viviano La strage degli eroi (Edizioni Arbor 1996). Con Sandra Rizza, Rita Borsellino. La sfida siciliana (Editori Riuniti...

Sandra Rizza

0, Italia

Per un decennio cronista giudiziaria all’Ansa di Palermo, ha imparato il mestiere negli stanzoni de «L’Ora» di Palermo, negli anni caldi della guerra di mafia, passando presto dalle cronache di ordinaria marginalità sociale alla cronaca nera e giudiziaria.Ha collaborato con «il manifesto» seguendo le udienze del maxiprocesso, e firmando servizi di approfondimento sul tema del garantismo, sul pentitismo e sugli aspetti «sociologici» del fenomeno mafia, a partire dal ruolo delle donne all’interno dei clan.Ha collaborato con «La Stampa», ed è stata corrispondente dalla Sicilia del settimanale «Panorama» negli anni delle stragi 1992-93. Oggi collabora con «MicroMega» e «il Fatto Quotidiano».Ha...

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