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Benni è uno dei pochi scrittori che riescono a farsi leggere e apprezzare dai giovani (come Brizzi e Ammaniti, Tolkien e King, lo sanno bene gli insegnanti attenti a queste cose). Dopo il successo di La riparazione del nonno (2006), l'editrice ci riprova con un altro suo racconto da Il bar sotto il mare: esagerato, eccessivo, oltremodo sopra le righe, una balla dietro l'altra, come quelle storie che forse ancora si raccontano in qualche fumoso bar di periferia. Dove vince chi la spara più grossa (il regno dei "bossi" che non si danno alla politica). È una storia molto semplice con due protagonisti, un villain e una folla di comparse. Pronto Soccorso ha uno scooter supertruccato, la mitica Lambroturbo senza freni per correre più veloce (fa i 270 all'ora), e la pelle tatuata da cicatrici di incidenti; Beauty Case è una bella sciampista tutta curve in minigonna; Joe Blocchetto è l'asso della Polstrada fanatico della multa ("Dio sa ciò che fai ogni ora, io quanto fai all'ora"). Il primo bacio fra i ragazzi comincia alle nove e un quarto e dura fino alle due di notte, i due riprendono immediatamente fino alle sei del mattino e quando lei rientra a casa, alla madre che le chiede che cosa ha fatto con quel ragazzo del motorino, risponde: "Niente mamma, solo due baci". Quando arriva Joe Blocchetto si scatena un western di quartiere all'ultima sgasata. Di cui non è bene rivelare l'esito, se non sottolineare la partecipazione popolare decisiva e il noto spirito anarco-libertario che l'autore sa immettere nelle sue narrazioni e trasmettere ai giovani lettori. Ghermamdi, con un disegno schizzato, grottesco, paradossale, tra il fumetto, il pop e l'avanguardia (neo e post), aggiunge eccesso a eccesso, comicità a surrealtà, per dire e far vedere una cosa molto semplice: come è bello per due innamorati correre avvinghiati sulla moto. Da undici anni.
Fernando Rotondo
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