Qualcosa sui Lehman

Stile paratattico, nudo, tagliente al ritmo di una telescrivente: immediato, efficace al punto che, dopo le 8cento pagine (che in realtà sono la metà per le abbondanti spaziature da poema epico), mi verrebbe da commentarlo telegraficamente. Originale, senza dubbio, per il panorama letterario italiano contemporaneo e quando, dopo un po', magari ti aspetti il ritorno ad una prosa più compatta, regolare e avvolgente, ti spara i fumetti. Questa forma potrebbe far pensare ad una certa caoticità e invece no, non perde un punto, anzi, rilancia fino alla fine. Il tutto si snocciola inanellato in una consecutio logica impeccabile, e non una sola parola è buttata lì tanto per. Lui l'ha chiamato romanzo/ballata. E non molla mai; il brillante sarcasmo ad effetto, insaporisce la narrazione che si fa pepata e incalza, appassiona, spinge in avanti senza pause: è una corsa. È la corsa all'oro di Wall Street che, partita da un cent alla volta come Paperon de' Paperoni ha plasmato, nel bene e nel male, tutto l'occidente. «Anche la "B" di Brothers sarà maiuscola maiuscola com'era fino ad ora quella di "H" di Henry che per sua decisione è stata tolta, via, basta: da oggi non più Henry Lehman ma LEHMAN BROTHERS.» C'è davvero qualcosa di geniale qui dentro: bravissimo Massini!