Quel che affidiamo al vento
- EAN: 9788856674637
59° nella classifica Bestseller di IBS Libri Narrativa italiana - Moderna e contemporanea (dopo il 1945)

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Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi.
Uno straordinario caso editoriale, venduto in oltre 20 paesi.
«Laura Imai Messina riesce a raccontare il dolore e la rinascita con sensibilità e dolcezza.» - Michela Marzano
«Un romanzo avvolgente e misterioso, che sembra davvero fatto di vento: voci e storie arrivano come a folate. Per dirci - in una natura che si amana, maestosa e terribile - che la realtà non è solo quella che si vede.» - Paolo di Paolo
«Laura è bravissima a frugare tra le tasche interne del Giappone. Questa volta ha trovato un telefono e del vento e ne ha fatto un capolavoro! È senza dubbio la mia nuova scrittrice preferita!» - La Pina
«L'intercapedine che separa il mondo dei vivi da quello dei morti è sottile, a volte sottilissima. E Laura Imai Messina pare lo sappia perfettamente.» - Romana Petri
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi: «"Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto." Mi scuso per la citazione (è di Babel) ma vi assicuro che mi si è veramente affacciata alla mente, mentre leggevo, con crescente emozione, il libro di Laura Imai Messina. La storia parte da un fatto reale. In un giardino situato all'interno di uno dei luoghi più colpiti dallo tsunami del 2011 (siamo ovviamente in Giappone) qualcuno ha installato una cabina telefonica che custodisce un vecchio telefono nero. Non ha fili questo telefono, è collegato con il nulla. È li però che affluiscono migliaia di persone ansiose di parlare attraverso quell'apparecchio con i propri cari scomparsi. Il loro messaggio sarà il vento a trasmetterlo. È da questo commovente fenomeno che Laura Imai Messina ha tratto ispirazione letteraria. Quando si tocca il tema delle cadenze del dolore e della "guarigione" dal dolore si sfiora sempre il rischio che possa uscire una sorta di manuale consolatorio in stile new age. Niente di più lontano dalla prova di finezza psicologica e grande scrittura che ha saputo realizzare questa autrice italo-nipponica. Ne è venuto fuori un testo schivo e poetico, dove la tragedia che ha colpito i due protagonisti e il loro risveglio alla vita, è raccontato attraverso piccoli tocchi incisivi del quotidiano che centrano l'obbiettivo molto più di una sia pur tragica visione di insieme. Imperdibile per "trafiggere" le scene con cui, attraverso rapidi flash ci viene presentato "il mostro", lo tsunami figlio dell'apocalisse che, al passaggio, fa strage indistinta di cose, persone e "voglia di vita" di chi ce l'ha fatta a scampare.»

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13/02/2021 17:03:16
Un romanzo breve, scorrevole, con una bella copertina e una spaziosa impaginazione. Riesce a dar voce alle emozioni delle esperienze umane, sia al dolore della perdita inaspettata, sia alla dolcezza dell'amore che rinasce, nelle sue varie sfumature. Condure chi legge a riflettere sul mistero della Vita nel suo scorrere, in un gioco di parole e di silenzi. Al centro c'è il vento, invisibile eppure percepibile, come il dolore, la gioia e la speranza.
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09/02/2021 14:11:40
Apparentemente narrazione lenta e noiosa, ma non arrendersi. Finale travolgente e stupefacente. L' autrice con delicatezza ed in punta di piede porta alla metabolizzazione di un forte dolore. Consigliato.
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29/01/2021 11:21:53
romantico, delicato, sognante e avvolgente. Affronta il tema del lutto con rispetto e profondità
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28/01/2021 11:42:16
una scrittrice italiana che riesce a scrivere come i moderni narratori giapponesi. A me è piaciuto molto ed effettivamente aiuta a ripensare l'evento della perdita di un proprio caro e ad affrontarla diversamente rispetto alla semplice elaborazione. Bello
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16/01/2021 19:58:59
Ho dato uno perché non c'è lo zero! Il fraseggiare è caotico e troppi elementi sono mischiati senza che venga dato risalto a nessuno di loro: l’aspetto magico, la velleità culturale, l’evoluzione psicologica dei personaggi, ecc. Il finale è appiccicaticcio.
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12/01/2021 15:13:01
Mi associo alle recensioni che lo definiscono noioso. Sì, il libro è delicato, probabilmente apprezzabile da chi ha avuto un lutto recente, in modo da potersi immedesimare nella vicenda... Ma anche qui su questo filone, ho letto di meglio. Per il resto però è pesante e inconsistente, per non parlare dei "capitoli" pari che non si capisce bene cosa vogliono rappresentare... Bello il messaggio finale e l'epilogo delle ultime pagine, ma che fatica arrivare alla fine!! Non lo consiglio, è sopravvalutato.
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08/01/2021 23:40:26
Ho deciso di leggere questo libro attratta dal titolo e dalla trama. La storia, ambientata in Giappone, ruota attorno a una vecchia cabina telefonica posta su una collina. Luogo speciale che esiste veramente, dove le persone si recano per parlare con i defunti attraverso il telefono che trasporta le parole nel vento, presenza costante. Qui si conosceranno un ragazzo e una ragazza trentenni che cercheranno di metabolizzare il proprio lutto sostenendosi a vicenda. Mi ha colpito la compostezza nel dolore tipico dei giapponesi, è un romanzo delicato e poetico, ma non mi ha convinto del tutto, forse avevo alte aspettative. Non sono all'altezza di giudicare, ma secondo me, doveva sviluppare maggiormente la trama e i personaggi.
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01/01/2021 13:51:29
Leggere questo libro è terapeutico. Emozionante e autentico. Il dolore, l'elaborazione del lutto, il ricordo, la sconfitta dinnanzi alla vita. E poi la paura, di sentirsi ancora vivi, di dimenticare, il senso di colpa e la negazione di se stessi. Ma anche la gioia e l'accettazione che la vita nonostante tutto continua, l'amore genera sempre amore. Un viaggio aldilà delle nostre paure. Un dipinto di tempesta. La tempesta peggiore. Incorniciato da una cabina telefonica che può placare l'ira funesta. Inno alla vita, alla morte e prezioso omaggio alle anime cadute. Consiglio assolutamente
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28/12/2020 15:00:19
La cabina telefonica esiste sul serio e l autrice ha disegnato un romanzo sulla realtà. Un viaggio nella cultura giapponese, una cultura lontana dalla nostra che vive i sentimenti in un modo altrettanto profondo sebbene distante dal nostro... Un viaggio immaginario tremendamente realistico
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23/11/2020 11:17:50
È stato il secondo libro che ho letto dell'autrice e non mi ha deluso. La cabina telefonica esiste realmente e la Messina è riuscita a creare dei personaggi con storie verosimil con cui sono riuscita a identificarmi. Sono riuscita a sentire il loro dolore e la volontà di rialzarsi dopo le perdite e sono riuscita ad avere empatia con i personaggi.
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16/11/2020 21:02:46
Questo libro mi ha colpito per la delicatezza con cui viene esaminato il dolore altrui, quasi sfiorato con la punta delle dita. In questo l'ho trovato in sintonia con la cultura di questo popolo, molto riservato per natura. Lettura scorrevole e piacevole.
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01/10/2020 14:03:30
Una sola parola: STUPENDO!
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26/09/2020 10:06:41
Scrittura pesante e resa ancora meno scorrevole dai termini didascalici e dalla retorica che pervade tutto il libro. Sì ok, bella l'idea (che tra l'altro non è originale dell'autrice, che non ha fatto altro che sviluppare i fatti reali), ma libro sopravvalutatissimo.
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17/09/2020 09:09:01
Un libro molto bello. Si legge abbastanza velocemente anche se a volte ci si inceppa un po’. Nel complesso un buon libro
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02/08/2020 13:25:09
Storia delicatissima e struggente, di spessore psicologico ma anche leggera. L'ho letto d'un fiato, avrei voluto non finisse.
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06/07/2020 12:49:25
Libri noioso e più osannato di quanto meriti . Anche io l'ho comprato per le recensioni positive , ma personalmente non mi è piaciuto . Brava la scrittrice nel ricostruire le atmosfere giapponesi , tuttavia sono troppi i termini in lingua e risultano molto ostici , incidendo sulla scorrevolezza .
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17/06/2020 17:59:46
...un libro delicato come un soffio di vento, dolce come una carezza... un modo unico per parlare di perdita, di come superare i traumi che la vita ci metta di fronte... non si può evitare di innamorarsi di questo libro... meraviglioso, una piccola perla...
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10/06/2020 06:13:17
Fantastico, è un libro interessantissimo che vorrei leggere ancora e ancora
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09/06/2020 20:07:41
L'ho comprato viste le recensioni molto positive ma in realtà è stato una delusione. Noioso e poco scorrevole.
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28/05/2020 23:12:30
Mi sono avvicinata con grande scetticismo a questo libro. La grande diffusione degli scrittori giapponesi e dei libri di ambientazione giapponese mi lascia sempre l’idea che sia la moda del momento e che resterò delusa. Ma l’idea di partenza del libro mi incuriosiva molto. Se abitassi in Giappone probabilmente Bell Gardia sarebbe fra le mie mete future. Credo che a volte non serva delineare con precisione chirurgica i personaggi, Credo che una storia possa contenere molto anche nel non detto, nell’appena accennato, nel “lasciato al lettore”. Ho trovato in questo libro una scrittura perfettamente in linea con il racconto e con il personaggio di Yui. Non ho sentito il bisogno di conoscere di più dei personaggi del libro, ne ho sentito il bisogno di penetrare oltre le loro singole storie. C’è, secondo me, nel racconto, un pudore che ben si sposa con l’idea della perdita che è centrale del libro. Io trovo che questo libro più che un puzzle che ricostruisca pienamente una scena, possa essere una composizione Ikebana. Ogni personaggio, ogni situazione ha il suo significato esattamente in quel posto preciso in quel modo preciso. Lasciando ai fuori classe le cinque stelle, do’ a questo libro il massimo ovvero 4 su 5 stelle. Aspetto il prossimo dell’autrice.
