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Questo libro si distingue per l'ambientazione credibile, personaggi ben diversificati, una storia che scorre anche grazie a uno stile fresco e trascinante. Le tematiche trattate in questo romanzo sono tante, non solo quella dell'adozione, che già di per sé è un mondo che apre a ulteriori spunti di riflessione. Si parla di adolescenti e giovani esseri umani che si affacciano alla vita adulta, ognuno con il proprio bagaglio...quanto questo sia pesante da portare non è solo frutto di scelte altrui, ma anche delle decisioni del singolo. Sono giovani vite che portano sulle proprie spalle gli errori di chi li ha delusi e traditi, ma che fanno anche già i conti con i propri sbagli. Si intrecciano così i "no" ricevuti dalla vita a quelli che si danno in prima persona alle opportunità che, invece, questa ha da offrire. Il rifiuto subíto, da gesto, mette radici e diventa mentalità. Si può eradicare ciò che in passato ci ha ferito per permettere alla vita di fiorire? Ognuno dei protagonisti cerca la propria strada per dare una risposta a questo quesito. Passato e presente si scontrano reclamando ognuno il proprio spazio e la posta in gioco sono i possibili domani che si sceglie di accogliere o respingere. C'è tanta emotività in queste pagine e questa dona ai personaggi un'umanità che li fa percepire reali. Li vorresti aiutare, consolare, salvare. Il risvolto della medaglia di questa passionalità, che trabocca sia dalla personalità dei personaggi che dalle scelte stilistiche, è che è difficile da gestire ed, essendo un'opera prima, si percepisce la complessità che richiede dominarla, dosarla là dove prende il sopravvento accelerando il ritmo: a volte svelando troppo, altre troppo poco. È l'impulsività tipica, però, anche dell'età della maggior parte dei protagonisti e va quindi a caratterizzarli ulteriormente piuttosto che penalizzare il romanzo. È una lettura veloce, ma non facile...ti resta dentro perché sa ferirti, ma ti spinge a cercare come si può guarire.