1918. L'influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo

Primo libro che leggo sull'argomento quindi sono convinta che ci sarà di meglio, ma anche di peggio. Per me è stato interessante e mi ha sicuramente insegnato qualcosa (oltre che la storia si ripete sempre...). Trovo anche io il finale un po' dilungato.

L’epidemia d’influenza spagnola iniziò in un campo di addestramento militare in Kansas: in pochi giorni i malati furono centinaia. Da qui si diffuse in Europa, con i soldati americani, e poi in tutto il mondo insieme agli eserciti e con i commerci marittimi. Il picco fu nell’autunno del 1918, e la pandemia fu globale, dal Sudafrica alla Cina, dall’Alaska al Brasile. In due anni, tra il marzo 1918 e 1920, la malattia colpì cinquecento milioni di persone, una su tre, e uccise tra cinquanta e cento milioni di esseri umani, più delle due guerre mondiali. La morte sopravveniva x polmonite emorragica, come adesso x il Covid19. Laura Spinney scrisse il libro nel 2017, non immaginando che a un secolo di distanza la tragedia si sarebbe ripetuta. Porta le testimonianze di persone famose o anonime, in tutto il mondo. L’epidemia colpì in modo particolare le popolazioni indigene della Baia di Bristol, in Alaska, dove uccise quasi la metà degli abitanti, mentre i cani sbranavano i cadaveri. Impressionante è la testimonianza del giornalista Pedro Nava sull’epidemia a Rio de Janeiro. La copertina del libro riproduce un’opera dell’artista austriaco Egon Schiele: voleva rappresentare la sua futura famiglia, che non ci fu mai, perché la moglie incinta morì tre giorni prima di lui, vittima della malattia mentre dipingeva il quadro. Allora come ora isolamento e quarantena sono fondamentali e circolavano voci complottistiche e xenofobe; credenze religiose e superstizioni agevolavano il contagio. La ricerca del paziente zero è controversa, ma l’epidemia non ebbe origine in Spagna. Laura Spinney ha svolto una ricerca molto accurata negli archivi storici dell’epoca, ma la parte più interessante del libro sono le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti. Alcuni punti sono troppo dettagliati, lenti e prolissi, fuori tema, con divagazioni dalla letteratura alla politica. E’ un lavoro più statistico che medico, confuso e disordinato, con parti tecniche ostiche, e quindi poco coinvolgente.

Testo che mi sento di raccomandare se interessati ad un'analisi più scientifica che storica della malattia. Si dilunga sul finale in considerazioni e conclusioni degli eventi storici causati dall'epidemia per lo più arbitrari.