Racconti romani

Non amo i racconti, ma devo dire che Moravia riesce in ogni racconto di 5/6 pagine a catturare l'attenzione, come poche volte mi è successo. La scrittura è semplice. Mi sono piaciuti moltissimo. Consigliato.

I “Racconti romani” nascono dopo la lettura che Alberto Moravia fece dei sonetti di Gioachino Belli, incontro letterario fortunato che lo portò a una trascrizione al presente dell’opera belliana. I racconti sono scritti tutti in prima persona, ma la sperimentazione più interessante Moravia la fa nel linguaggio: si apre al romanesco, alla lingua urgente e diretta del popolo, a quel dialetto che riesce a trasmettere bene la realtà popolare. La Roma del secondo dopoguerra viene qui affrescata in toto, rimandando agli occhi del lettore un quadro chiaro ed espressivo della varia umanità ritratta. Impossibile descrivere meglio la miseria assoluta e la speranza di quegli anni, la fame, gli espedienti, l’angoscia ma anche gli incontri, le avventure e un cinico ottimismo rivolto al futuro. Niente per me è più affascinante della scrittura felice di Alberto Moravia che con la sua penna raffinata è riuscito a regalare all’eternità la vita accattona e bottegaia di chi cerca di levarsi di dosso la polvere della guerra componendo un mosaico vibrante e intenso. Pagine struggenti e rétro messe in fila con leggerezza, del resto niente è impossibile per Lui. Consigliatissimo!

La capacità di scrittura di questo Autore è indubbia se si considera anche l'età in cui ha creato tali racconti, ma peccano di pedanteria e ripetitività per cui, considerando la mole di pagine, si ambisce (soprattutto per chi non ama lasciare a metà un qualsiasi libro) di arrivare al più presto alla fine...Leggendo i più famosi romanzi, come °Gli indifferenti° e °La noia" si fa fatica ad abbinarli allo stesso Autore anche se, pur meritando in generale la fama che hanno ottenuto, anche quelli contengono passi e periodi di indicibile prolissità.