La ragazza della palude

Il libro e’ molto originale e molto bello anche se tristissimo. La protagonista Kia viene via via abbandonata da tutti fino a rimanere da sola e sopravvivere nelle terre della palude, che comunque sono coltivabili e ricche di pesci. La protagonista non va a scuola per cui non sa ne’ leggere ne’ scrivere finche’ non impara grazie ad un ragazzo conosciuto in quelle terre e da autodidatta diventa una bravissima biologa grazie alle conoscenze “acquisite sul campo”. Desidera entrare nel “mondo civile”, avere amici, una vita normale ma le avversità la colpiscono sempre, fino a che viene accusata di un omicidio. A questo punto inizia un legal thriller, che tra le aule del tribunale ed i continui riferimenti e salti temporali ricostruiscono tutti gli avvenimenti. Come detto il libro strappa tantissime lacrime anche nel finale, ben spiegato dall’autrice. Ma si parla molto di emarginazione ed ingiustizie (e’ ambientato in un periodo in cui la gente di colore, unica che aiuta Kia, era discriminata). Unica nota leggermente negativa il prolungarsi un po’ troppo sulla descrizione dei pasti e su nozione di biologia. Nel complesso il libro, sebbene molto triste, e’ veramente bello e mi ha coinvolta tanto da fare il tifo per Kia

Indubbiamente si tratta di un romanzo appassionante. La scrittura limpida e precisa dell’autrice riesce a risvegliare i cinque sensi del lettore con le sue descrizioni vivide, e il personaggio di Kya, specie nella prima parte del libro, entra nel cuore. Non do il massimo dei voti perché secondo me in alcuni punti si vira un po’ troppo verso toni sentimentali (da romanzo rosa, per intenderci) e perché il finale non mi è suonato del tutto convincente. Comunque, nel complesso, una buona lettura, perfetta quando ci si vuole immergere in una storia.

Invenzioni inverosimili per tenere in piedi una storia impossibile. Sembra che appassioni gli Americani. C'era già Robinson Crusoe, scritto molto meglio. Deludente.