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Ragioni per credere, ragioni per fare. Convenzioni e vincoli nel metodo scientifico - Cristina Bicchieri - copertina
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Ragioni per credere, ragioni per fare. Convenzioni e vincoli nel metodo scientifico
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Descrizione


Il volume tratta il problema di che cosa sia e che funzione conoscitiva svolge il metodo scientifico. La 'definizione' di che cos'è il metodo scientifico è quella comune al pensiero post-empiristico: non esiste un 'unico' metodo scientifico ma ce ne sono molti, che variano nel tempo al variare delle culture scientifiche che contribuiscono a definire. Se la filosofia post-empiristica ha il merito di non separare più metodo e teoria (come invece facevano i neopositivisti), e di 'contestualizzare' il metodo legandolo a forme di conoscenza e interessi 'locali', lascia però aperti innumerevoli problemi che riguardano sia l'emergere e il cambiamento di metodi particolari, sia le ragioni per cui una comunità scientifica adotta una certa metodologia. Il libro si propone di rispondere a queste domande, illuminando la tensione presente fra una componente sociale, arbitraria e convenzionale del metodo ed una componente 'naturale'. Tradizionalmente, la filosofia delle scienze si è concentrata sulle 'teorie scientifiche', sulla conoscenza vista come osservazione e rappresentazione. La filosofia post-empiristica, pur essendo critica nei confronti della tradizione epistemologica, ne mantiene questo tratto: anche qui ci si occupa soprattutto di teorie, paradigmi, immagini della scienza. La tesi del libro è invece che la scienza è un 'fare' più che non un rappresentare, un modo di manipolare i fenomeni e di intervenire nel mondo. Proprio per questo diventa importante spostare l'attenzione sui metodi che rendono possibile, controllano e indirizzano queste attività. Se questi metodi sono 'locali', legati a contesti scientifici particolari, che cosa ne determina l'emergere, lo sviluppo e i cambiamenti?
Lo stile del libro è estremamente chiaro e conciso. L'autrice usa anche strumenti presi da altri campi filosofici e scientifici per argomentare le sue tesi: dalla teoria dei giochi alla filosofia morale. Per questo motivo, oltre che per la novità del tema e della soluzione [...]

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Dettagli

1988
11 maggio 1988
144 p.
9788807101007

Voce della critica


scheda di Micozzi, N., L'Indice 1988, n.10

Sviscerando il problema della pluralità dei metodi scientifici in relazione agli obiettivi epistemici ed al contesto socio-culturale, Cristina Bicchieri approda ad una revisione critica della tradizionale dicotomia tra visione teoretica e visione pragmatica della scienza: l'attività scientifica viene qui invece intesa come modo di intervenire nel mondo e di manipolarlo, piuttosto che come modo di osservarlo e rappresentarlo. Concentrandosi esclusivamente sull'aspetto formale dell'impresa scientifica (rapporti fra teorie, ricerca di strutture invarianti e di linguaggi neutrali, contestualità dei significati ed immagini paradigmatiche), i filosofi della scienza neopositivisti come i contemporanei neoempiristi hanno rimosso sia la matrice socio-culturale e le condizioni in riferimento alle quali le convenzioni ed i metodi stessi acquistano carattere vincolante, sia la dimensione del fare, l'insieme di procedure ed interessi che determinano il contesto sperimentale in cui gli enunciati scientifici e i fatti stessi divengono tali. Le "ragioni per credere" (lo sfondo teorico interpretativo), non sono quindi separabili dalle "ragioni per fare", relativizzando culturalmente il relativismo metodologico oggi prevalente.

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Conosci l'autore

Cristina Bicchieri

1950

Cristina Bicchieri (1950) insegna filosofia negli Stati Uniti; il suo ambito di ricerca spazia dalla filosofia delle scienze sociali alla teoria dei giochi. Con Feltrinelli è uscito Ragioni per credere, ragioni per fare (1988).

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