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La rivolta di Reggio. Storia di territori, violenza e populismo 1970
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La rivolta di Reggio. Storia di territori, violenza e populismo 1970 - Luigi Ambrosi - copertina
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rivolta di Reggio. Storia di territori, violenza e populismo 1970

Descrizione


La nascita delle Regioni nel 1970 provocò a Reggio Calabria manifestazioni di piazza per rivendicare il capoluogo, conteso a Catanzaro. Promossa dal sindaco democristiano, la protesta fu egemonizzata ben presto dalla destra neofascista. Prima che si trovasse una soluzione trascorsero diversi mesi di guerriglia urbana e di repressione poliziesca, con frequente uso del tritolo, feriti e morti tra i civili e le forze dell'ordine. Che tipo di rivolta fu quella di Reggio? Perché migliaia di reggini considerarono il capoluogo come occasione di riscatto da un disagio sociale di gran lunga preesistente? Quali furono i meccanismi di riconoscimento identitario e di solidarietà che permisero a singoli personaggi e a gruppi organizzati di assumere e mantenere la leadership? A queste e ad altre domande l'Autore risponde giovandosi di una base documentaria ampia e variegata, quasi del tutto inesplorata: carte delle autorità statali (ministero dell'Interno, prefettura, questura e carabinieri) e dei maggiori partiti (Dc e Pci), stampa locale e nazionale, volantini e voci dei protagonisti comuni. Un accurato lavoro di periodizzazione dell'evento si accompagna ad un'impostazione interdisciplinare che si avvale di tre chiavi di lettura qualificanti: identità territoriale, ordine pubblico e retorica populista. Emerge così una rivolta nata sull'onda della grande trasformazione che anche il Mezzogiorno attraversò tra gli anni Cinquanta e Sessanta, senza che il sistema politico dimostrasse di saperla governare.
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Dettagli

2009
25 novembre 2008
314 p., Brossura
9788849823073

Voce della critica

L'opera, dedicata allo studio della rivolta di Reggio Calabria, mostra notevole capacità di pensare e organizzare un ricco e vario materiale di documenti e testimonianze al fine di comprendere criticamente i fatti del 1970-71, oltre pregiudizi ideologici, schemi preconfezionati o teoremi alla moda. L'oggetto prescelto è difficile da maneggiare ed è esemplare circa le gravi lacune ancora presenti nella ricerca storiografica. Dallo studio di un caso locale, ma dalle enormi connessioni e ripercussioni sul contesto politico nazionale, Ambrosi ricava strumenti di indagine e di interpretazione utili per chiunque intenda esaminare come e quando gli anni settanta sono diventati il decennio più vicino al nostro tempo. Nel senso che il rapporto tra cittadini e politica ha cominciato allora a mutare radicalmente, favorendo nel bene e nel male lo scenario odierno, complice un diverso contesto internazionale. Ambrosi combina storia, antropologia, politologia e sociologia. Parte dall'ovvio, scartato sempre dai dietrologi, nel senso che rileva la matrice identitaria e localistica della protesta. Ne spiega quindi la progressione in senso populistico per il suo innesto dentro un sistema partitico costruitosi attorno a un meccanismo di delegittimazioni incrociate e su un deficit di coesione nazionale che ha molti responsabili, dall'alto e dal basso, dal centro e dalla periferia, nei cent'anni precedenti. A cavalcare un'antica ideologia antipartito non mancò neppure la criminalità organizzata sul territorio, la 'ndrangheta, che del caos approfittò. A Reggio si ebbe così una rivolta urbana delle élite locali, ma anche interclassista e popolare, non fascista ma populista, annuncio della crisi di rappresentanza che la democrazia italiana avrebbe conosciuto decenni dopo.
Danilo Breschi

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