Sulle mobilitazioni popolari che da anni si oppongono alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione esistono già molti libri, che hanno trattato le più diverse questioni legate alla realizzazione di quell'opera e ai suoi risvolti politici. Questo volume ha però un carattere diverso. Non è l'ennesima critica del progetto Tav e delle sue conseguenze; e non vuole neppure essere un manifesto del movimento, o una mera cronaca degli avvenimenti. Come indica il sottotitolo, in primo luogo è un diario, cioè un documento individuale, nel quale l'autore (che si presenta come giornalista pubblicista e consulente di viaggi) ha riversato non solo il racconto della propria partecipazione alle assemblee, alle riunioni e ai presidi, ma anche le proprie considerazioni personali, soprattutto di carattere politico. L'interesse del libro sta soprattutto qui: nelle riflessioni con cui Salmoni chiosa i fatti, nelle polemiche durissime (e sempre ad personam) contro i sostenitori dell'Alta velocità, nel modo con il quale registra le proprie impressioni di "militante" svincolato da appartenenze di partito o di gruppo, ma fortemente legato a una "comunità" che si definisce come tale non solo per ragioni identitarie legate al territorio in cui vive, ma anche (e forse principalmente) per il percorso collettivo vissuto. Un percorso che l'autore, ex militante di Lotta continua negli anni settanta accostatosi al movimento nel 2005 (e non senza qualche iniziale diffidenza), ricostruisce con uno sguardo tutto politico, interessato a coglierne le dinamiche interne e i contesti di riferimento. È per questo che il libro, al di là dell'interesse contingente, potrà essere utilissimo, in futuro, a chi vorrà ricostruire storicamente le vicende del movimento No Tav e le varie culture che lo attraversano. Marco Scavino
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