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Nella dozzina del Premio Strega 2019 proposto da Ferruccio Parazzoli
La vita estrema di Gian Ruggero Manzoni. Il ritratto impietoso e intimo di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé un'inspiegabile leggenda.
«Chi ha recensito il romanzo, ha ribattezzato l'autore come il "Limonov italiano". Lui, meno prosaicamente si definisce un "fascio-communista" alla Pennacchi.» - Carlo Bonini, Robinson
"Col tempo sarebbe giunto a pensare di poter fare tutto ciò che voleva senza doverne rispondere a nessuno, e avrebbe finito col prenderci gusto."
Due vite. Più nomi di quanti un uomo possa ricordare. Un bagaglio pieno di segreti inconfessabili. Per oltre vent'anni, la storia di Gian Ruggero Manzoni – pronipote di Alessandro e cugino dell'irriverente Piero – è stata una messinscena dai toni tragici, un buco nero da cui nessuno sarebbe potuto uscire vivo. Figuriamoci raccontarla. Fino all'incontro con Pier Paolo Giannubilo, un'onda d'urto da cui è nato questo romanzo, il ritratto impietoso e intimo di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé, del bambino "Palla di grasso" bullizzato dai coetanei a Lugo di Romagna, un'inspiegabile leggenda. Dalla militanza nella Bologna del '77, segnata dall'amicizia con Tondelli e Pazienza e dal clima libertino del Dams, al reclutamento nei Servizi, dalle missioni under cover in Libano a quelle nei Balcani in fiamme, passando per ingaggi da killer, prodezze erotiche e sogni d'artista affascinato dalle avanguardie degli anni Ottanta: Ruggero firma ogni suo gesto con l'inchiostro dell'eccesso, dannato e insieme eroe, fuori da ogni schema e per questo irresistibile, sempre disposto a tutto pur di restare umano. Con struggente lucidità Giannubilo ci racconta ciò che dell'altro gli fa più paura come se si stesse guardando allo specchio, mettendo a nudo le contraddizioni che rendono unica una vita. Nelle sue pagine la grande Storia abbraccia la vicenda avventurosa di un irregolare fino a rendere impossibile riconoscere dove finisca l'una e inizi l'altra. Ed è questo il punto esatto dove si fa letteratura.
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da una lunga intervista con Gian Ruggero Manzoni, nasce una biografia romanzata in cui l'autore si specchia nella rocambolesca esistenza dell'artista. Il racconto diventa una confessione che alterna momenti di arte e letteratura con l'incredibile evoluzione personale: dal bambino bullizzato “Palla di grasso” agli incontri con Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza, colpiti come lui dalla “maledizione del DAMS di Bologna”; dal terrorismo all'arruolamento nei servizi segreti, fino alla ricerca di una serenità interiore. Il romanzo tocca il suo culmine con la descrizione delle missioni militari nei Balcani ed in Libano, per poi scendere inevitabilmente di tono nella parte finale, non essendo possibile mantenere fino alla fine il ritmo indiavolato della parte centrale.
La trama è interessante e poco ci importa se reale o inventata, quindi il libro è piacevole da leggere. Il tentativo è di scrivere una non-fiction alla Carrére, però il problema è che ciò che accade all'autore risulta di poco interesse, sia detto in maniera rispettosa. Un centinaio di pagine in meno (più o meno tutto ciò che riguarda l'autore) e scorrerebbe di più.
Questo libro è un unicum: biografia, confessione (in senso profondo: religioso e cristiano) rivelazione di segreti inconfessabili, bisogno di redenzione, riscoperta del sacro davanti al mistero massimo del male della malattia e della morte. Appassionante, si legge tutto d'un fiato: la vita di Gian Ruggero Manzoni è più elettrizzante di un thriller, soprattutto perché si tratta di fatti realmente accaduti. Merito senz'altro di Pier Paolo Giannubilo che riesce a intrecciare magistralmente biografia di Manzoni e autobiografia, il che significa che ci muoviamo in un misto di immedesimazione, identificazione (e quindi ammirazione) e allo stesso tempo distacco e repulsione, timore per i segreti inconfessabili che vengono a galla. Non è mai agiografia, ma tentativo di comprensione profonda (spiegazione in parte, ma mai giustificazione) della parte oscura del protagonista. Ciò che è importante è che qui si parte da questo assunto profondamente cristiano: siamo tutti peccatori, nessuno può giudicare. Non l'autore non il lettore. Il male è dentro di noi. Allo stesso tempo, il romanzo è uno spaccato di un periodo storico poco rappresentato nei romanzi, gli anni 70-80, e quindi per questo ancora più interessante. Da leggere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
I vincitori del concorso “Caccia allo Strega” 2019
Luigi
Tra una vita di eccessi, all'insegna di una spregiudicata eroicità e fuori da qualunque schema, e una struggente lucidità psicologica che mette a nudo le contraddizioni di un’intera esistenza, Pier Paolo Giannubilo ci racconta la scandalosa vita dell’artista Gian Ruggero Manzoni, passando per ingaggi da killer, a prodezze erotiche a sogni velleitari di raffinato esteta. Con la meticolosa precisione di un chirurgo, che esamina ogni dettaglio con il suo pungente bisturi, Giannubilo ci accompagna in un’avventura al di là di ogni limite umano, in un ballo poliedrico di mosse contorte e ipnotiche, ammaliando il lettore con una superba nitidezza che fa sobbalzare il cuore allo scorrere delle pagine. Un racconto che non lascia spazio a pietismo e che non fa sconti, che trascina in un turbine di eventi spesso senza un ordine, in un surreale viavai di pensieri profondi, talvolta crudi, senza mai perdere di vista quell'«uomo qualunque con un cognome fatale». Copertina: 5 Storia: 5 Stile: 4
Mario
Una centrifuga di sensazioni: questo è quello che suscita in me il "risolutore". Bello, nuovo, allitterato, arguto: un romanzo il cui protagonista è l'autore stesso a contatto con un grande personaggio letterario, Gian Ruggero Manzoni. Dietro le quinte di questo romanzo assaporo tanta cultura, tanta personalità, ma anche voglia di riscatto, mostrare ciò che si è o ciò che potrebbe essere. Tra vicende storiche ed eventi narrati forte è il desiderio di confrontarsi ma anche di prendere a modello, due storie che entrano l'una nell'altra, dove la fantasia ha molto da dare e la realtà tanto da offrire. Un linguaggio forbito e centellinato, curato in ogni minimo dettaglio. Ogni frase evoca nella mente una immagine concatenata. Estremamente attuale, mai banale, calato nel XXI secolo, molto moderno, sorprendente e piacevole. Ho amato questo romanzo, vorrei rileggerlo molte volte, per i luoghi, le storie, i pensieri che si susseguono. Per me è stata una scoperta, perché dietro il professore, il letterato, il poeta, al di là del vestito sociale, la sregolatezza, ho captato qualcosa in più: l'essere umano nella sua complessità. Copertina 4 Storia 5 Stile 5
Elisa Vaccari
Ogni frase è una storia. Le parole calibrate e profonde descrivono perfettamente svariati mondi e fanno appassionare il lettore alle storie e ai racconti che si susseguono man mano. Scrittura veramente eccelsa e coinvolgente, nel momento in un cui sembra diventare monotona e boriosa, cambia registro e muta in una scrittura giovanile e leggera. Qualsiasi storia, scritta in questa maniera diventa interessante, ma questa a maggior ragione, svela un personaggio con un carico storico importante, per farlo conoscere in maniera del tutto inaspettata e ribaltare la memoria storica che conosciamo. Consigliato assolutamente. Copertina:4 storia:5 stile:5
Paola
Definirlo biofiction è voler guardare solo alla superficie. “Il risolutore” è il “Jumanji” del nuovo secolo, che risucchia il lettore nel vortice della vita spinta al massimo del rampollo Manzoni. Un saliscendi emozionale scandito dallo stile espressivo dell’autore, capace di entrare fin nei visceri del linguaggio più gergale per poi riemergere verso l’aulico. Un’opera in 3D, in cui lo scritto, appena sfogliato, si fa materia vivente attraverso gli occhi di chi lo scorre, che ne diventa sempre nuovo protagonista. Più ci si addentra nella trama, più l’attrazione si fa magnetica; sale la smania di scavare negli oscuri cunicoli della grande storia recente attraverso la piccola storia personale. “Il risolutore” è dunque anche questo, occasione di comprendere fatti ancora sottaciuti degli ultimi decenni, di conoscere i personaggi illustri che ne hanno influenzato il dibattito e l’evoluzione culturale. A ben guardare poi, l’opera è un continuo rimando a suggestioni letterarie e musicali. Space Oddity parla chiaro. Ma tra le righe, nel leggere di Ruggero e dei suoi compagni di ventura, sembra di scorgere il Kerouac de “I vagabondi del Dharma”; le aggettivazioni che ci restituiscono l’immagine dei personaggi paiono ricordare quelle del Pavese; le espressioni latineggianti, poi, sono quasi un omaggio alla sperimentazione di Eco. Ecco allora che con Giannubilo la lettura si fa lectio, e la biofiction si trasforma in una miniera d’oro per chi sa apprendere. Ma se alla fine restringiamo di nuovo lo sguardo al piano individuale, ci accorgiamo, in realtà, che “Il risolutore” ci ha raccontato una storia di redenzione. Il laceramento di un’esistenza manichea, magistralmente anticipato dalla visione onirica del “bisonte smandriato” in prima pagina, trova quiete. E il libro diviene talismano che traghetta verso una nuova epoca. Copertina: 3 Storia: 5 Stile: 5
Antonia
A uno scrittore basta un pugno di secondi per comprendere la vastità della persona in cui capita di imbattersi, come è capitato a Giannubilo. Gian Ruggero Manzoni è una figura tracciata secondo un complesso e alchemico connubio tra realtà e finzione. Si rischia di non credere alla sua esistenza se per un attimo ci si dimentica della pesante eredità familiare, intrecciata ad un corposo bagaglio di vicende che lo rendono un'importante incarnazione della storia recente. Giannubilo è quasi preoccupato mentre si accinge ad annotare informazioni che forse avrebbero dovuto restare nell'ombra e che però il suo personaggio rivela, concedendosi un personale tentativo di resurrezione. Ecco che grattando su una superficie di pittura e letteratura si svela un mondo limoso fatto di guerre, missioni impossibili e omicidi su commissione. Arrestato per banda armata nel '77 a Bologna e, per evitare la galera, Manzoni accetta di entrare nei servizi segreti. Non è un agente effettivo, ma viene chiamato volta per volta a svolgere dei compiti: lui è il risolutore, colui a cui tocca risolvere problemi. Narrando diviene risolutore di se stesso, attuando una catarsi dal suo ruolo segreto e riportando a galla eventi storici rilevanti. Diventa inoltre risolutore della vita dello scrittore, che si ritrova inglobato nella storia del suo protagonista e intraprende un viaggio in cui è egli stesso personaggio del proprio libro. Ci si ritrova in un percorso di conoscenza di un uomo ubriaco di eccessi fino agli alluci, ma dall'ambiguità profonda; un anarchico e allo stesso tempo un reazionario, disposto a tutto pur di restare umano. Lo stile è superlativo: oltre alla varietà di temi e generi sapientemente impastati, il linguaggio spesso crudo e secco (secco come il titolo e la copertina) rende al meglio la tumefazione fisica e psichica di certi orrori. Insomma, un'acuta rappresentazione psicologica innesca le stesse paralisi di sangue di un momento di suspance. Copertina: 4; Storia: 5; Stile: 5.
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