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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Un mystery che lascia con il fiato sospeso. Una storia di amore e bugie. Un cold case che ritorna dal passato. Ritorno a casa è un'epopea coinvolgente e ricca di colpi di scena, raccontata con l'eleganza che contraddistingue Kate Morton.
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La storia di per sé è anche bellina ma a me ha cominciato a prendermi dalla seconda metà in poi. Decisamente troppo lungo, descrizioni e situazioni che potevano essere evitate tipo la storia del "libro nel libro" che poteva essere ridotta alla grande.
Kate Morton, con Ritorno a casa, ci regala un'opera classificabile come Narrativa storica, Family Saga e Mistery, che trascende la semplice narrazione, immergendoci in una riflessione profonda e stratificata sulla memoria, la perdita e l'identità. Jess, la protagonista, è chiamata a svelare un mistero che riguarda la sua famiglia, ma il suo viaggio si rivela presto essere molto più di una semplice indagine. È un viaggio interiore, un ritorno a casa non solo fisico, ma anche emotivo e psicologico. Il passato, con i suoi segreti e i suoi traumi, è una presenza costante, una sorta di fantasma che perseguita i personaggi e ne condiziona le scelte. La protagonista, Jess, è una figura complessa e sfuggente. Tornata a Sydney da Londra, apparentemente per prendersi cura della nonna morente, si trova presto immersa in un labirinto di segreti familiari che la costringono a confrontarsi con le proprie radici e con una parte di se stessa che aveva cercato di seppellire. I temi trattati sono: la memoria, il tempo, i segreti e le storie non raccontate. Il romanzo è un'opera matura, che richiede attenzione e impegno, ma che ricompensa il lettore con una profondità emotiva e intellettuale rara. L’autrice non si limita a raccontare una storia, ma costruisce un intero mondo, fatto di ombre e luci, di verità nascoste e di bugie sussurrate, un mondo in cui il lettore è invitato a entrare e a perdersi, per poi uscirne cambiato. Una storia che sfida e coinvolge, che commuove e sorprende, un'opera che conferma Kate Morton come una delle voci più potenti e originali della letteratura moderna. Un romanzo che non solo racconta una storia, ma esplora la natura stessa della narrazione, del ricordo e dell'identità, lasciando nel lettore una traccia indelebile, come solo i bei libri sanno fare.
I libri dalle molte pagine (se ci sono eventi nuovi da narrare) mi piacciono, mi impegnano. Questo romanzo invece mi ha annoiata parecchio. Si torna ossessivamente a un evento accaduto molti anni prima, tante chiacchiere e descrizioni, azione zero. Non sono solita indovinare facilmente il finale dei gialli, ma vi assicuro di esser giunta ad una parte delle conclusioni, già a metà testo o forse prima. Non sono entrata in empatia con nessun personaggio. Esperienza di lettura deludente
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