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Dettagli

2022
3 marzo 2022
256 p., Brossura
9788823528543

Descrizione

Un originale controcanto per la vita eccezionale di eccessi e di cadute della marchesa Luisa Casati Stampa, la donna che fece della sua vita un’opera d’arte. La costruzione ardita di un gioco di specchi tra verità e romanzo sullo sfondo di una irrequieta Milano degli anni venti.

«Lei si afferma, più che in quanto donna, in quanto Luisa Casati. Anzi: Luisa Amman. Non fa battaglie per altre, aveva un progetto su sé stessa, che continua anche quando il patrimonio non c'è più. La Casati era moderna anche nel rapporto con gli uomini, nel non voler smarrire la sua identità nella loro. Il rapporto con il marito era controcorrente: matrimonio combinato, io li racconto felici della loro prima notte bianca.» – Marta Morazzoni, intervista a la Repubblica

Nel febbraio del 1932 la marchesa Luisa Casati Stampa, la donna più ricca d’Europa, riceve nella sua residenza fuori Parigi il suo legale, l’avvocato milanese Giuseppe Bassi, che viene ad annunciarle il tracollo della sua fortuna. L’immenso patrimonio della signora è confiscato e nel giro di pochi mesi, otto per la precisione, lei “non avrà una pietra su cui posare il capo”, come drammaticamente comunicato dall’amministratore. Si snoda da qui l’itinerario tra immediato futuro e passato della personalità eccentrica della marchesa, che aveva speso la propria esistenza per divenire “un’opera d’arte vivente”. Ritratta sull’orlo del baratro della miseria, con cui convivrà per venticinque anni (morirà poverissima e sola a Londra nel 1957), la Casati ripercorre la sua avventura umana in lampi di memoria. Le sta accanto, personaggio ombra nel ricordo e nell’affetto, forse l’unico della sua singolare vicenda, la sarta che, fin da principio, ne ha assecondato l’adorazione per la ricercatezza e lo stile, l’assoluta originalità del tutto indipendente da qualsiasi moda.

Valutazioni e recensioni

2/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

triste e lenta la discesa delle marchesa nella povertà, tristi le figure del marchese e dell'avvocato...vite vuote....

Recensioni: 5/5

Avendo molto ammirato il quadro con cui Boldini ha ritratto Luisa Casati Stampa ed essendo anche rimasto intrigato dal viso della marchesa, quando ho visto la copertina del volume, anche se in questa il quadro è stato “tagliato”, ed ho letto che in esso la protagonista era la marchesa, ho subito acquistato il volume, che però mi ha in parte deluso. Il libro racconta la “caduta” della marchesa, già ricchissima ereditiera, dal momento in cui l’avv. Bassi le comunica che era ridotta sul lastrico a quello in cui, per la confisca della sua villa, deve trasferirsi provvisoriamente, accompagnata da una sola valigia, nella casa della sola amica rimastale dopo che tutti avevano saputo del suo tracollo economico (le sue successive peregrinazioni fino alla morte a Londra in assoluta povertà sono poi giustamente riassunte in un’unica pagina). A parte la “trovata” di far diventare protagonista iniziale del libro la sarta Olga, con, a mio parere, il solo scopo di consentire di dare al libro il titolo ambivalente scelto, il libro si legge bene quando racconta il periodo in cui la marchesa deve “abituarsi” alla nuova vita alla quale sarà costretta dal momento della confisca dei beni, ma non evidenzia in modo adeguato qual’era la vita (ed i suoi eccessi) alla quale la marchesa era abituata: per rendermene conto in modo adeguato ho dovuto cercare le abbondantissime notizie su Google al riguardo.