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Saggio sopra l'impero degl'incas - Francesco Algarotti - copertina
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Saggio sopra l'impero degl'incas - Francesco Algarotti - copertina
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Descrizione


L'entusiasmo per il Nuovo Mondo si misura con il rimpianto per l'antichità romana.

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Dettagli

1987
22 giugno 1987
76 p.
9788838904110

La recensione di IBS

Il 3 novembre del 1735, da Cirey sur la Blaise, Voltaire scrive a un amico: «è qui con noi il marchese Algarotti, giovine che conosce le lingue e i costumi di ogni paese, che compone versi al pari dell'Ariosto e che ne sa di Locke e Newton; ci legge i dialoghi che ha scritto su certe parti interessanti della filosofia; anch'io ho fatto il mio piccolo corso di metafisica; perché bisogna pur tenersi al corrente delle cose di questo mondo. Leggiamo un canto di Jeanne la Pucelle, o qualche mia tragedia, o capitolo del Siècle de Louis XIV. Ritorniamo poi a Newton e Locke, senza comunque privarci di champagne e di ottimi cibi, perché siamo filosofi voluttuosissimi». E tra le voluttà, per Algarotti, predominanti erano i viaggi e un'indomabile curiosità per il diverso: segni di un'ansia a superare i limiti, a espandersi. Nasce da questa il Saggio sopra l'Impero degl'Incas, vent'anni dopo la lettera di Voltaire, che anticipa future fantasie europee su un'America sconfinata, eden di libertà. Ma a scorrerne le pagine piene di confronti tra la grandezza del remoto Perù e quella di Roma, si indovina il senso dell'angustia da cui fuggiva Algarotti, e s'avverte la passione della sua lotta solitaria per il libero pensiero in Italia.

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Conosci l'autore

(Venezia 1712 - Pisa 1764) scrittore italiano. Figlio di ricchi commercianti, ebbe un’educazione tipicamente settecentesca, centrata su due interessi preminenti: lo studio delle scienze, filosofiche e matematiche, e i lunghi viaggi per l’Europa. Nel 1735 partì per Parigi, dove divenne intimo di Voltaire e di Maupertuis; nel 1738-39, dopo due soggiorni londinesi, compì il grande viaggio che, attraverso l’Olanda, la Danimarca e la Svezia, lo portò fino in Russia, a Pietroburgo, e poi a Lipsia e a Dresda. Dal ’40 al ’53, salvo la parentesi di un biennio (1743-44) trascorso alla corte di Augusto III elettore di Sassonia, fu al servizio di Federico II di Prussia, che lo volle con sé a Potsdam, lo nominò conte e ciambellano e gli affidò una missione diplomatica alla corte di Torino. Nel ’53, dopo...

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