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È un testo prezioso che consente di sfatare il luogo comune in base al quale ogni emozione copre uno spazio diverso , qualitativamente, dagli Stati mentali che caratterizzano la nostra abituale elaborazione di informazioni sulla realtà esterna ( processi cognitivi ). In realtà noi, per vivere e fare nostra veramente un',emozione, dobbiamo inserirla riflessiva mente nel nostro vissuto ed elaborarla in rapporto alla complessità dei nostri ricordi e della nostra personalità
La chiave di lettura di questo saggio è tutta nel titolo e soprattutto nel sottotitolo. In effetti tutti sappiamo che i pensieri si pensano e che le emozioni si sentono. I vissuti affettivi sono parte integrante e co-esistenziale dei vissuti cognitivi. Per coltivare l 'arte di vivere' che è cosa ben diversa dal 'mestiere di vivere' , i vissuti cognitivi e quelli affettivi devono interagire fra loro in maniera 'chiasmatica' (come enunciato nel sottotitolo). Solo in tal modo è possible una autoformazione e crescita individuale, in grado di trasformare il 'vivere' in 'esistere'. Questo a mio parere il tema centrale su cui convergono ampie analisi sulla essenza della vita affettiva in tutte le sue sfaccettature. Interessante la descrizione del fenomeno dell' attaccamento (sicuro o insicuro) nei primi mesi di vita, fenomeno da cui dipende la futura maturazione affettiva del bambino e la 'memoria evocativa' dell'adulto, in grado di condizionare una affettività competente o meno di fronte alle situazioni emozionali più coinvolgenti. Argomenti di grande fascino, un po' complessi per i non addetti ai lavori. Una piccola 'svista' (perdonabilissima) a pagina 23 : Dante non è Renzo e Beatrice non è Lucia ...
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