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Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi
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Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi - Eva Cantarella - copertina
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Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi

Descrizione


Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un'epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva Cantarella, che ha intrapreso da una decina d'anni un'opera di appassionata e intelligente divulgazione, sembra rispondere che la frantumazione non lavora necessariamente contro la conoscenza. E dunque abilmente seziona, isola in microracconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l'intento dichiarato di farceli sentire "nostri contemporanei". Come vivevano, greci e romani, i sentimenti dentro e fuori la famiglia? Com'era organizzato l'istituto famigliare? A quali immagini affidavano la loro identità? La cucina andava di moda a Roma come da noi? Procedendo per segmenti, per narrazioni, aneddoti, considerazioni morali e politiche, Eva Cantarella ci svela i più diversi aspetti della vita pubblica e privata nell'antichità classica: cibo e banchetti, bellezza e cura del corpo, giochi e sport, superstizione e magia, politica e diritto, nascita e morte. Questi frammenti di vita vissuta offrono il ritratto vivo e palpitante di uomini e donne a noi vertiginosamente vicini, i cui sogni, paure, speranze, aspettative, desideri sono spesso gli stessi che attraversano la mente e il cuore di noi che li guardiamo da una distanza di quasi duemila anni.
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Dettagli

2014
21 maggio 2014
224 p., Brossura
9788807491672

Valutazioni e recensioni

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Francesca
Recensioni: 5/5

Raccolta di aneddoti, frammenti di vita vissuta da donne e uomini greci e romani, ai quali, al termine della lettura, ci si sente davvero più vicini. L'autrice riesce a proporre in modo leggero e anche ironico vicende tratte dal mito e dalla letteratura antica, con un filo conduttore che è quello della vita quotidiana dei nostri antenati. Ottimo per chi cerca una lettura scorrevole; stimola il desiderio di dedicarsi a testi più approfonditi e impegnativi. Per me è stata la lettura perfetta da accompagnare ad un soggiorno a Roma!

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luciano
Recensioni: 5/5

Il libro è ricco di notizie e aneddoti che ci permettono di dare un'occhiata sul mondo degli antichi greci e dei romani. In questo nostro tempo di fanatismi religiosi (vedi Isis) interessante è il racconto sulla morte di Ipazia. Matematica, astronoma e filosofa visse ad Alessandria. Nel 415 venne uccisa, perché pagana, da cristiani fanatici, che si ispiravano all'intollerante vescovo Cirillo. L'autrice scrive che " le carni di Ipazia vennero fatte a brandelli, gli occhi cavati dalle orbite, i resti dati alle fiamme". Niente di nuovo, purtroppo, sotto il sole.

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Voce della critica

 
Il titolo non deve trarre in inganno. Non si tratta infatti di una sorta di Senior MasterChef dell’antichità; non si tratta neppure di una storia dell’alimentazione relativa alle società di Grecia e di Roma. Nel volume l’autrice, già professore ordinario di istituzioni di diritto romano e di diritto greco antico all’Università statale di Milano, raccoglie oltre centocinquanta brevi interventi di argomento classico comparsi settimanalmente all’interno di due rubriche del “Corriere della Sera”, Vanitas e Mitologica. Si ha pertanto la possibilità di osservare da vicino numerose piccole tessere che raramente superano la dimensione di una pagina a stampa: pur nella loro natura frammentaria e nell’inevitabile parzialità, formano l’abbozzo di un grande mosaico in cui si riconoscono i connotati salienti del mondo antico e le tracce sottili che da storie lontane portano fino al nostro presente (come lascia intendere il sottotitolo). A sanare la discontinuità in cui sono nate queste “pillole” di cultura classica (il termine tra virgolette è di Cantarella), l’ordine della raccolta non si articola secondo i tempi di pubblicazione, ma si affida a quattordici sezioni giocate sull’affinità degli argomenti. Eccone la successione: Le età della vita, Benessere del corpo e della mente, Pratiche alimentari (qui compare la ricetta di focaccia presente nel De agri cultura di Catone il Censore che dà il titolo al volume), Sesso, amore e matrimonio, Donne, diritti e doveri, Bellezza e seduzione, Feste e riti, Superstizioni e magia, Città, campagna e viaggi, Vivere con i miti, Fatti e misfatti, In tribunale, Stravaganze. Alle spalle di tali suddivisioni non si fatica a scorgere le competenze specifiche e i vasti interessi dell’autrice, dalla storia dei diritti antichi alla storia di genere e alla condizione femminile, dalle consuetudini sociali alle pratiche religiose e ai sistemi di vita, dalle classi d’età ai personaggi paradigmatici dell’epica omerica, dalla sessualità alla potenza di Eros e alle strategie matrimoniali greche e romane. In prosa accattivante e divertita il volume mostra come episodi storici, curiosità quotidiane ed esempi mitici contribuiscano a dar conto di comportamenti e credenze che spesso non esauriscono la loro portata entro i confini delle società antiche. Succede così che un libro senza note, anzi “destrutturato” (per usare ancora una volta le espressioni dell’autrice), finisca per svolgere intelligente opera di divulgazione e apra gradevoli accessi di comprensione al passato classico e a qualche suo tratto tuttora riconoscibile.
 
Gian Franco Gianotti

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La recensione di IBS

Parliamoci chiaro: ultimamente, abbiamo trascurato i nostri vecchi. Immersi come siamo nel frenetico tran tran delle nostre vite, guardiamo loro come si guarda ai nonni che non si vanno a trovare da troppo tempo, ogni volta trovando una scusa per rimandare una visita che oramai avvertiamo colpevolmente come un peso. A tirarci le orecchie arriva Eva Cantarella, e possiamo consegnarci al suo benevolo rimprovero con il sollievo inconfessabile che provano i bambini quando un genitore gli fa notare che stanno facendo i capricci.
Ecco, ci spiega Cantarella, greci e romani innanzitutto non sono vecchi: sono antichi, e attraverso quel che sembra un trucco retorico passa invece un intero mondo di differenza. Basta la citazione in apertura per rappacificarci con la materia, e farci venir voglia di andare avanti nella lettura: “Colui per il quale il presente è l’unica cosa, non sa nulla dell’epoca in cui vive”.
Per la cronaca, che un giorno qualche benevolo storico si prenderà la briga di raccontare, sono parole di Oscar Wilde e, come spesso accade, hanno il sapore della verità. L’approccio adottato dalla bravissima studiosa nel rapportarsi al mondo classico è arguto e molto appropriato per i tempi in cui viviamo, nel modo in cui riesce coniugare piacere aneddotico e insegnamento della storia.
Nell’arco dei microracconti che compongono quel che la stessa autrice definisce “Il mio libro Lego”, brevi storie introdotte da un titolo che stabilisce un’analogia con la contemporaneità, impareremo che molte delle costruzioni sociali in cui viviamo, credendole espressioni peculiari della nostra epoca, affondano le radici in una storia che molto spesso ignoriamo. Conoscere quella storia vuol dire dotarsi degli anticorpi utili a disintossicarsi dalle tante mistificazioni con cui la nostra società travisa i suoi racconti, ammannendoceli come fossero parte di un suo copyright.
Leggendo “Perfino Catone scriveva ricette” ci verrà forse fatto di pensare ai censori che oggi affollano i reality televisivi e poi vengono invitati a scrivere libri di cucina; ma in queste pagine c’è molto di più, e basta scorrere il sommario per rendersene conto: “Il fitness delle spartane”, “Vecchiaia orribile”, “La cucina light di Apicio”, “Un utero in affitto”, tutti gli ambiti del vivere in società - allora come oggi - sono trattati qui con leggerezza e competenza, e si può godere dei racconti con la stessa spensierata allegria con cui si mangiano le ciliegie, una dopo l’altra, senza però rischiare l’indigestione.
Invece che metterci di fronte a un disegno storico nella sua complessità, insomma, Cantarella sceglie di leggere nello spirito del tempo in cui vive, e sciorina senza alcuna pedanteria un mosaico di storie che sembrano quasi dei tweet per l’epigrafica brevità, riuscendo però a conservare l’efficacia dei racconti evocati a voce dal nonno davanti alla luce tremolante di un fuoco da camino.
Il materiale d’indagine è sconfinato, e la parte del leone la giocano quei racconti in cui è particolarmente evidente il rapporto che gli antichi intrattenevano con le loro narrazioni, e con la rappresentazione di sé. Trionfano i miti, grande cemento identitario delle civiltà classiche, e la loro eco che si è propagata fino a dar forma a quelle storie che – duemilacinquecento anni dopo – continuiamo a raccontarci.
Ma accanto ad essi, c’è il racconto della vita di tutti i giorni, e la celebrazione delle vite, straordinarie perché normali, di “esseri umani come noi – solamente vissuti tanto tempo fa”.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Eva Cantarella

1936, Roma

Eva Cantarella ha insegnato Diritto romano e Diritto greco all’Università di Milano ed è global professor alla New York University Law School. Tra le sue opere ricordiamo: Norma e sanzione in Omero. Contributo alla protostoria del diritto greco (Milano 1979), Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico (Milano 1987, 2006), I supplizi capitali. Origine e funzioni delle pene di morte in Grecia e a Roma (Milano 1991, 2005), Il ritorno della vendetta. Pena di morte: giustizia o assassinio? (Milano 2007), I comandamenti. Non commettere adulterio (con Paolo Ricca; Bologna 2010), “Sopporta, cuore...”. La scelta di Ulisse (Roma-Bari 2010). Con Feltrinelli ha pubblicato numerosi saggi, alcuni di maggior divulgazione: Passato prossimo. Donne romane da Tacita...

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