Se il fiume fosse whisky

Libro con due ottimi racconti (quello che dà il titolo alla raccolta, degno, e anche di più del miglior Carver, e Per amor di pace - veramente magistrali nel ritrarre i personaggi e costruirsi un tono "personale"), altri tre discreti (nell'ordine, "La casa che sprofondava", ma anche "La mosca umana" e "La signora delle scimmie in pensione") e un resto senza infamia e senza lode, onesti e poco più. Del tutto fuorviante, comunque (al di là di giudizi di valore) le poche righe di Ammaniti in quarta di copertina (ormai più presente come "giudizio in calce", spesso poco incisivo e superficiale, sui libri altrui, che come autore in proprio - ed è anche un bene, magari!), oltre alla presentazione della redazione einaudiana. Non c'è traccia, affatto, di quell'umorismo che dicono, né del grottesco. Si sono sbagliati con qualche altro autore, magari. Boyle non è corrosivo, mai, e si limita a registrare, a volte con toni piuttosto neutri, a volte comunicando una qualche mediocrità da middle-class (spesso non ben padroneggiata), a volte con qualche tema originale. E non cerca mai di strappar la risata. Va bene voler vendere, ma magari leggere quello che si ha alle mani, prima...

Nel complesso un buon libro. Alcuni dei racconti contengono idee e temi già ampiamente trattati, altri sono molto originali. Personalmente ho apprezzato molto l'ultimo di essi, quello che da il titolo al libro.... Tiller, il padre, il lago, l'alcol, i pesci, la natura, il whisky, la consapevolezza di non essere ciò che chi ti ama vorrebbe e non poter far nulla per riuscirci....