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E' stato a lungo impilato sul comodino, il titolo non mi attirava (e in realtà il titolo non solo è poco attraente, ma non ha alcun senso). Alla fine la pandemia mi ha costretto ad affrontarlo. Una storia assurda, come i suoi protagonisti, ma in aggiunta scritta in modo presuntuoso e spesso di laboriosa comprensione, data la moda di giustapporre narrative cronologicamente disunite. Tra suicidi, omicidi, eutanasie, malattie terminali, aborti, ben pochi sopravvivono. Ci sono modi migliori per affrontare l'isolamento domiciliare.
Questo romanzo, che ho letto due volte è intenso. Pagina dopo paginai viene fuori l'amore e la devozione che un genitore ha verso il proprio figlio
"Il senso dell'elefante è la devozione di una padre nei confronti del proprio figlio" questo è il fulcro del libro e ciò che lo rende vivido. Un libro pieno d'amore e di dolore, racchiude in sè diverse tematiche controverse, dal suicidio all'eutanasia. Non mi sarei aspettata da questo libro una tale profondità, avendolo probabilmente sottovalutato. Il finale... che finale!
Recensioni
In un universo racchiuso tra un palazzo in stile liberty a Milano e la spiaggia di Rimini, tra l’ospedale e l’asilo, e a cavallo tra due tempi diversi, c’è Pietro. Dopo essersi spogliato dell’abito da sacerdote, si improvvisa portinaio per una scommessa sul destino.
Il condominio trova in lui nuova linfa e le storie dell’avvocato, del ragazzone del secondo piano, e del dottor Martini popolano il racconto tessendo trame imprevedibili. In una storia fatta di cose non dette, di ricordi trascurati, ma anche di disastrose passioni, sono soprattutto i ruoli familiari a rivestire il peso maggiore. Cos’è un padre, cos’è un figlio? Si delineano, quasi all’insaputa dei protagonisti, insoliti intrecci di coincidenze e di segreti.
E il passato si risolve semplicemente nel presente cui era destinato.
Recensione di Pasca
A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia
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