Il senso delle cose
- EAN: 9788845927034
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17/05/2020 17:45:44
Quando uno scienziato è in grado di spiegare chiaramente il metodo scientifico che è il fondamento della scienza e la sconfitta delle balle che si vorrebbero far passare per scienza, estendendo lo stesso metodo come applicabile anche ad altri campi del sapere, non ci si può esimere dal leggerlo. Poi si possono condividere o meno le sue idee ma dal metodo non si può prescindere.
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11/05/2020 18:53:53
Grande libro di un grande scienziato. Libro da leggere per chiunque voglia capire il funzionamento della scienza.
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11/05/2020 13:05:56
Testo delizioso. Feynman si mostra tanto geniale quanto umile, forte di un'onestà intellettuale commovente, presenta una serie di ragionamenti che in un mondo ideale dovremmo considerare ovvi e banali. Purtroppo il mondo non smetterà mai di aver bisogno di persone come il professor Feynman.
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12/06/2019 10:10:29
Uno dei più grandi fisici del secolo passato, nell'arco di tre conferenze, esprime riflessioni e provocazioni su scienza, filosofia, religione, politica, senza peli sulla lingua nei riguardi di nessuno. Ho anche apprezzato il piccolo "dissing", nel finale, alla psicologia moderna.
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11/03/2019 20:58:45
Richard P. Feynman è stato uno dei più grandi fisici del Novecento. In questo volume sono raccolte le tre conferenze che Feynman tenne nell'aprile del 1963 presso l’Università di Washington. Qual è il rapporto della scienza con le altre discipline? Cos'è il metodo scientifico? Con questo libretto capirete come l’incertezza e il dubbio sono il motore della conoscenza. Ne consiglio la lettura a tutti.
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19/02/2019 15:26:53
Feyman non delude mai. L'apertura mentale e un diverso punto di vista è la chiave di tutto.\nLo consiglio a tutte le persone che hanno deciso di cambiare.
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20/09/2018 14:56:48
Alcuni spunti di riflessione sono interessanti, per altri versi divaga un po’ troppo. A volte sembra proprio una testimonianza un tempo passato, per esempio quando parla della guerra fredda
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19/09/2018 13:36:50
Letto tutto d’un fiato, il libro raccoglie tre conferenze del celebre fisico, in cui tratta tre diversi argomenti, ovvero la natura della scienza, il rapporto della scienza con religione e politica e infine il rapporto tra la scienza e la società moderna. Decisamente meno brillante e convincente è, a mio avviso, Feynman quando parla rapporto tra scienza e politica, quando punta il dito verso la Russia (di cui, si percepisce, teme l’influenza) e quando critica la società del tempo, presumibilmente condizionato dal periodo storico che stava vivendo. Arrivato sin qui, sciolgo i miei dubbi: ve lo consiglio? Si, perché “Il senso delle cose” è una lettura piacevole, durante la quale si respirano la simpatia e la nota cordialità di Feynman ed è un testo prezioso e ricco di ottimi spunti. Ma non è certo questo un libro che rende omaggio come si deve al grande fisico che fu Richard P. Feynman.
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13/06/2018 06:48:14
Sono in dubbio, sapete? E credo che al Feynman de “Il senso delle cose” non spiacerebbe poi molto questo mio titubante inizio. Poiché è proprio il dubbio, l’incertezza, il fil rouge degli argomenti trattati in questo libro. In “Il senso delle cose” sono raccolti i testi di tre conferenze che il Premio Nobel per la fisica Richard P. Feynman tenne all’Università di Washington nel 1963 e durante le quali discusse della natura della scienza, del rapporto tra scienza e religione e del rapporto tra scienza e politica. Ma, dicevo, sono in dubbio su quale possa essere, a conti fatti, il mio giudizio globale su questo libro da cui mi aspettavo tanta buona scienza ma dove in realtà, di scienza, ce n’è ben poca. Ad ogni buon modo, ho amato ogni parte del testo nel quale Feynman spiega, con quel suo modo affabile e spontaneo, perché ritenga il dubbio l’approccio fondamentale per il progresso scientifico. Esorta fisici e scienziati a considerare l’incertezza non come un concetto da temere ma come una leva per migliorarsi. E ci ricorda come un tempo mettere in discussione una nozione ormai assodata fosse difficile ed oltremodo estremamente pericoloso. Interessanti sono inoltre i suoi ragionamenti a supporto della relazione tra scienza e religione, che egli ritiene necessariamente conflittuale. Feynman prende in considerazione in primis lo scienziato come persona, dichiarandolo improbabile di appartenere a qualsiasi credo metafisico e, in un secondo tempo, amplia il concetto all’intero “mondo della religione” indagandone non solo il (suo) presente ma, soprattutto, il passato. Decisamente meno brillante e convincente, a mio avviso, è Feynman quando parla rapporto tra scienza e politica, quando punta e ripunta il dito verso la Russia (di cui, si percepisce, teme l’influenza) e quando critica la società del tempo, presumibilmente condizionato dal periodo storico che stava vivendo.
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07/03/2017 13:53:09
Ingredienti: il metodo d’indagine scientifico trasferito su altri campi, il rapporto conflittuale della scienza con religione e politica, la libertà individuale come strumento indispensabile per la ricerca, il bisogno moderno di avere risposte immediate su tutto senza disporre dei mezzi per capirle. Consigliato: a chi semina dubbi per coltivare nuove idee, a chi vuol raccogliere i frutti del pensiero di un originale premio Nobel.
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06/09/2012 16:50:39
Adelphi ripubblica dopo tredici anni tre conferenze che il famoso fisico Richard Feyneman, Premio Nobel nel 1965, tenne presso l'Università di Washington nel 1963. Con lo stile vivace e accattivante proprio del linguaggio parlato, ma anche con le inevitabili superficialità e ingenue spiritosaggini tese a catturare l'attenzione divertita del pubblico, Feynman tesse l'elogio della scienza, "la grande avventura dei nostri tempi", l'unica veramente degna di appassionare ed emozionare l'umanità con le sue scoperte. L'entusiasmo con cui il conferenziere riesce a contagiare il lettore è palpabile sia quando parla di astronomia che di chimica, o dell'esattezza e della disciplina che sono alla base di qualsiasi studio scientifico quanto la fantasia, l'immaginazione, la propensione al rischio e il coraggio di formulare le ipotesi più azzardate. Altrettanto trascinanti sono i suoi inviti, rivolti soprattutto ai più giovani, a non accontentarsi delle risposte più facili e scontate, a dubitare delle tesi precostituite, a sapersi riconoscersi sempre ignoranti e privi di certezze dogmatiche. Quando poi passa a esaminare i rapporti della scienza con la religione e con la politica, con la morale e i mezzi di comunicazione, la sua verve polemica, senza divenire sarcastica o irridente, assume le tonalità ironiche di chi si riconosce superiore alle credenze popolari e indotte da tradizioni oscurantiste, più vicine alla superstizione che alla fede o alla razionalità. Quindi, pur affermando che l'esistenza di Dio non si potrà mai negare scientificamente, si rivela poco propenso a credere nei miracoli e nella funzione salvifica delle preghiere; sbeffeggia la faciloneria e la disonestà delle informazioni giornalistiche, le falsificazioni delle statistiche, la credulità nell'astrologia, nella magia e nei fenomeni paranormali, la fideistica arrendevolezza alle tesi della psicanalisi. Pagine intelligenti e piacevoli.
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05/06/2008 17:50:02
Un bel libro nello stile Feynman. Fa capire proprio come uno scienziato debba avere una mente indipendente, non farsi condizionare da qualunque sentimento religioso o pregiudizio. Il dubbio è la migliore arma che uno scienziato possa avere...
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Fausto Intilla (Inventore-divulgatore scientifico)
24/07/2006 21:34:17
A un uditorio che si presume esilarato un Feynman in forma smagliante lancia le sue provocazioni intellettuali, spiegando col suo stile immediato e antiretorico in che consiste il metodo scientifico; mostrando, ad esempio, come sovente un’ipotesi da «quasi certamente» falsa possa diventare «quasi certamente» vera. O viceversa. Nel «quasi» è il succo di tutto il suo argomentare, un misto accattivante di vera-falsa ingenuità e di spietata astuzia analitica che lo porta a vagabondare al di fuori della fisica, nelle regioni di confine, dall’etica alla religione alla politica, a chiedersi il perché delle cose, della vita, di tutto, mosso da una curiosità insopprimibile, fanciullesca. «Ho firmato un contratto, mi renderò ridicolo» dice. Ma è chiaro che sta giocando. L’incertezza chiamata in causa da Feynman non significa abdicazione della ragione in favore di nuove e nebulose forme di conoscenza, non evoca luttuosi scenari di finis scientiae, ma rimanda alle origini e all’essenza stessa del sapere d’Occidente. In questa visione il dubbio, assunto quasi a condizione esistenziale, apre alla mente indagatrice spazi di libertà e di sperimentazione, per rinnovare continuamente la sfida all’ignoto. Il senso delle cose, apparso per la prima volta nel 1998, raccoglie tre conferenze tenute da Feynman nell’aprile del 1963 presso l’Università di Washington, nel quadro delle John Danz Lectures Series.
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29/06/2006 17:08:49
In questo piccolo gioiello una delle menti piu' brillanti del XX secolo, il premio nobel per la fisica Richard FEYNMAN, parla di scienza ad un pubblico di non addetti ai lavori. Questa conferenza tenuta negli Stati Uniti del 1963 resta di un'attualità impressionante. Il libro è una lettura istruttiva e gradevole che può avvicinare chi è a digiuno di scienza al modo di pensare di uno scienziato che non ha mai smesso d'interessarsi al mondo. Il libro si articola in tre capitoli. "L'incertezza della scienza" ovvero su come faccia la scienza a considerare piu' o meno valida una teoria. "L'incertezza dei valori" su come si possano sostenere dei valori anche se non sono assoluti. E infine "Un'epoca scientifica la nostra?" che analizza quanta superstizione ancora governa il nostro mondo. Fabio Milito Pagliara 29 giugno 2006.
