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Il rivoluzionario benestante. Strategie cognitive per sentirsi migliore degli altri - Alessandro Orsini - copertina
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Il rivoluzionario benestante. Strategie cognitive per sentirsi migliore degli altri - Alessandro Orsini - copertina

Descrizione


Il terrorismo rosso ha avuto in Italia profonde radici culturali e ideologiche. Questa è stata una delle cause principali della sua longevità e della sua imponenza. Il mito della rivoluzione assoluta ha abbagliato uomini e donne di ogni età e condizione sociale. Dopo aver dedicato un ampio volume al fenomeno brigatista, l'autore rivolge la sua attenzione a quella cultura "contigua" che fornì, a volte in maniera inconsapevole, un ampio incoraggiamento ideologico alla violenza politica. Il protagonista di queste pagine è il rivoluzionario-benestante: colui il quale, pur vivendo di agi e di privilegi, odia e disprezza la società su cui ha fondato il proprio benessere materiale. È colui che giustifica moralmente la violenza come mezzo di lotta politica senza correre rischi in prima persona. È colui che inneggia alla rivoluzione senza praticarla. Il rivoluzionario-benestante incita, ma resta a guardare. Attraverso i classici dell'individualismo metodologico, l'autore si propone di ricostruire l'universo mentale e la condotta di un tipo antropologico che ha profondamente segnato la storia dell'Italia repubblicana.
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Dettagli

2010
18 marzo 2010
82 p., Brossura
9788849827019

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Roberto Ticci
Recensioni: 5/5

Eccellente, lo regalerò ad un paio di amici "rivoluzionari benestanti".

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Andrea
Recensioni: 1/5

Raramente mi è capitato di leggere un tale concentrato di luoghi comuni. L'autore inventa un nemico e lo distrugge. Ha scritto un libro sulle BR e si vede circondato. Forse conosce a fondo l'ideologia ma poco la storia delle BR. Internet come invenzione del capitalismo? (pag 17): la piattaforma server più diffusa al mondo è Apache, perché il "capitalista" Bill Gates non ha creduto, all'inizio, in Internet . Comunisti che odiano internet? Franco Carlini, pioniere assoluto della cultura informatica giornalista del Manifesto, "quotidiano comunista" che ha fatto della grafica innovativa e originale la sua cifra. Afferma, a proposito dell'omicidio Ruffilli a pag.7 afferma che gettò i propri libri addosso ai terroristi perché la cultura era la sua unica arma ma poi, ("culturame Scelbiano?) deride il rivoluzionario benestante come "uno che ha sempre letto un libro più di voi" (pag. 35). L'occidente: "mercato, libera concorrenza, individualismo, libertà d'espressione" (pag 13). Ma il nazionalsocialismo era una filosofia orientale? Il nostro non soffre, come il suo antipatico avversario (stavo per scrivere alter ego!) di attenzione selettiva, Rivoluzionario a parole Che Guevara? uno che la rivoluzione se l'è fatta l'ha vinta ed è morto a 39 anni. Fucilava? lo sanno anche i sassi, visto che lo proclamò apertamente.Non scriveva come opinionista su un qualche quotidiano italiano. Faceva la guerra. E' spiacevole e disgustoso, ma che c'entra con il rivoluzionario da salotto? Lenin? Ma non verrà mica a raccontarci che ha letto l'opera omnia? No, il nostro estrapola frasi e,le getta sul mercato per dire quanto erano cattivi i comunisti. A me pare, un piccolo libello anticomunista scritto da un giovane che rispolvera idee vecchie come il cucco che ha il diritto di scrivere libelli su quello che gli pare e di essere anticomunista ma Orsini non è Montanelli..Una presa di posizione al vetriolo sulla sinistra e sui rivoluzionari? "Polli d'allevamento" di Gaber: 1978

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Emilio Odescalchi
Recensioni: 5/5

Grande Orsini, un "manifesto" per il senso comune e contro il "concettualismo degradato di massa", caro a Raffaele La Capria, nei suoi: "Lo stile dell'anatra" e "La mosca nella bottiglia",da leggere insieme al " Perchè siamo antipatici" di Luca Ricolfi, e al Perdente Radicale di Enzensberger. Letture scomode, fanno pensare, stimolanti utili a chi desidera uscire dalla gabbia del concettualismo radicale, e farsi una propria documentata opinione. Auguri a chi ci prova!, un modesto investimento per un grande cambiamento personale.

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Conosci l'autore

Alessandro Orsini

1975, Napoli

Alessandro Orsini è professore di Sociologia del terrorismo, direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS di Roma e del quotidiano online “Sicurezza Internazionale”. È stato membro della commissione per lo studio della radicalizzazione jihadista istituita dal governo italiano e dal 2011 è Research Affiliate al MIT di Boston. I suoi libri sono stati pubblicati dalla Cornell University di New York e i suoi articoli, tradotti in più lingue, sono apparsi sulle più importanti riviste scientifiche specializzate in studi sul terrorismo. È spesso ospite delle principali trasmissioni televisive e radiofoniche e al centro di polemiche per le sue posizioni sul conflitto Russo-Ucraino. Tra i suoi libri ricordiamo: Anatomia...

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