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Anno edizione: 2022
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«Un giorno Pin troverà un vero amico, e allora, solo a quello, mostrerà il posto delle tane dei ragni.»
«Ogni volta che si è stati testimoni o attori d'un'epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale. A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema della Resistenza come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora decisi che l'avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d'un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l'aspro sapore, il ritmo...» (Italo Calvino)
Con uno scritto di Cesare Pavese.
È il 1946. L’esperienza della guerra è ancora viva nella memoria di tutti, quando un Italo Calvino, poco più che ventenne, sceglie di scrivere il suo primo romanzo. È la storia della Resistenza con gli occhi di un bambino resiliente. Pin ha dieci anni, è orfano, cresciuto con una sorella prostituta, vagabondando tra osterie e carruggi, sempre circondato da adulti. Sfacciato e impertinente, non sa fare altro che canzonare i grandi, ripetendo le loro storie di letti e di morte, cantando le loro canzoni da galera, scimmiottandone gesti e parole, senza nemmeno comprenderne il senso. Ha una voce rauca da bambino vecchio, ha due braccine smilze ed è il più debole di tutti e le prende da tutti, ha tante lentiggini che gli divorano il viso e, come Rosso Malpelo, non può vivere la sua età. Il suo desiderio è trovar un amico vero con cui condividere il suo posto magico. C’è un luogo segreto, vicino al fiume, nelle pianure liguri, che solo Pin conosce. Lì i ragni fanno delle tane, dei tunnel coperti da un cemento di erba secca. È il suo nascondiglio, dove può rifugiarsi quando è arrabbiato e non vuole farsi trovare. Lì nasconde la pistola che ha rubato al tedesco e… ci sarà infine qualcuno da poter chiamare amico, meritevole di conoscere e custodire il suo segreto? Pin è sospeso tra due mondi e da entrambi viene malamente scacciato. E così, attraverso una lente innocente e scanzonata che deforma la spietatezza della guerra, ci viene restituito un racconto di Resistenza, di vita ma, soprattutto, di uomini che, grazie all’immediatezza visiva e alla fantasia bizzarra di Pin, assumono tratti quasi grotteschi. I fascisti sono neri figuri con baffi da topo e berretti con teste da morto. I partigiani uomini barbuti e colorati con elmi, sombreri e le divise più disparate. Un libro da leggere e rileggere perché… non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Classici
Opera di esordio del maestro. Lo stile di Calvino è inconfondibile. In questo libro vi sono molte delle tematiche che poi verranno riprese dal Calvino della maturità.
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