Il sentiero della speranza

Questo romanzo poliziesco è un noir avvincente. Inizialmente mi sono trovata in difficoltà con i numerosi personaggi, molti dei quali esponenti della politica e della finanza, francesi e turchi, ma poi la trama mi ha coinvolto e appassionato. L’autrice si è rifatta a fatti realmente accaduti, immagino la regolarizzazione degli immigrati clandestini turchi che lavoravano nei laboratori tessili, che lottarono per avere riconoscimento dalla legge e regolarizzare lo status di immigrati regolari. Molto interessanti i collegamenti tra le storie intrecciate e con a indagare il commissario Daquin, personaggio che non si ferma davanti a ostacoli, ma forte della sua preparazione e passione per il suo lavoro, riesce in quasi tutti gli obiettivi. Complimenti all’autrice e alla Sellerio che ha ristampato questo libro in una nuova edizione economica ma piacevolissima da maneggiare il volumetto per il suo formato. Letto tutto d'un fiato. Lettura molto consigliata.

Un bel poliziesco, ben strutturato. La vicenda è un po’ ingarbugliata (una sorta di gioco delle scatole cinesi che in alcuni punti ho faticato a focalizzare) ma avvincente. La lettura procede spedita e il ritmo è incalzante. Molto ben disegnati i personaggi che sembrano (anzi sono) tutti delle anime dannate (non solo i cattivi ma anche i buoni). Fra tutti spicca il protagonista, commissario Daquin, uno strafottente ruffiano dai metodi poco ortodossi ma che colpisce l’immaginazione e rimane ben impresso nella memoria. Ma, soprattutto, ad affascinare è l’intreccio fra politica e finanza, corruzione e delinquenza in una Francia “sotterranea” magistralmente descritta dall’autrice. Sono rimasta davvero sorpresa (positivamente) e non vedo l’ora di proseguire l’avventura col prossimo libro della serie.