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Sindrome del distacco e tregua
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Sindrome del distacco e tregua - Maurizio Cucchi - copertina
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Sindrome del distacco e tregua

Descrizione


Vincitore del Premio Giuseppe Dessì 2020 sezione Poesia
Una nuova raccolta di poesia firmata Maurizio Cucchi


La pietà che ci insegue / è una lametta nel miele. / Noi ci specchiamo avviliti, / fratelli commossi, animali, / tenui bestie tenere e feroci

«Accanto all'affabilità e alla pastosità porosa del mondo com'è, si accentua in questa nuova raccolta di Maurizio Cucchi un predicato di frugalità: abito mentale dell'io, ma soprattutto medium per umanizzare la realtà. "Sindrome del distacco e tregua" si suddivide in otto parti, prive di trama lineare, ove conta "l'insistere virtuale sulla scena, / la rapsodia sparsa e sempre minuziosa / delle circostanze". Emblema di poetica implicita, tale sigla rimanda a una compattezza intonativa e di sguardo che si avvale - più che in passato - di modalità davvero sperimentali di scrittura e d'espressione: alla polifonia e drammaturgia metrico-prosodiche di cui Cucchi è maestro si aggiungono qui stacchi in prosa tutti funzionali, oltre a due fotografie pienamente empatiche a un libro magnifico, struggente, necessario. Cronotopo è l'atlante (fisico e interiore), che permette di trascorrere dall'ucraina Pryp'jat' (a tre km da Cernobyl') a una Nizza amata e frequentata e alla natìa Milano, messa in emblema dalla centralità del Cenacolo di Leonardo fino ai margini delle sue banlieue, ripercorse attraverso la memoria viva di un libro in prosa per Cucchi fondamentale come "La traversata di Milano" (2007): omaggio ai mèntori della sua formazione, Sereni e Raboni. Il tempo di "Sindrome del distacco e tregua" è invece quello vertiginoso che salda insieme le epoche, dalla preistoria al Quattro e Seicento, fino ai brucianti fotogrammi del presente. Così può librarsi, questo Cucchi ispiratissimo, nella meraviglia aperta di una frugale quotidianità anonima». (Alberto Bertoni)
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Dettagli

2019
29 gennaio 2019
104 p., Brossura
9788804710394
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Indice

INDICE

IMPROVVISA ADESIONE
Dopo la notte rannicchiata - Eccomi già precipitato, allora - In questa ruggine desertica - Amore mio_mi ripetevo_nei vapori - Troppo spesso_pensavo_troppo - Ma poi, e basta qualche ora

IL PENITENTE DI PRYP'JAT'
Il campo era un immenso cortile di pietra - Il terremoto... no, ben altro... - Nella foto di Kostin lei è di spalle, avanza - Su tutto spicca la grande insegna - Ma solo dopo 36 ore - Nel caos dell'esito attivo - Poi cominciarono a tornare - La madre, la terra, la separazione - Ci si abitua, è... normale. Si gode - Ma quanti, oggi traditi, dimenticati - Spostavo lento il dito sulla mappa - L'epilogo quale che sia non conta. Mai

MINUTA GOCCIOLA
Sono qui, vicino al ponticello delle sirenette - Come còlti nella loro meraviglia - Oppure giocano rampicanti su spighe - Ma a volte è come un popolo - Nell'economia frattale nella luce - A volte invece la composizione - Come un globo dai tenuissimi colori - Ed ecco che il sottile labirinto

ANTICHI BASTIONI
Ero sereno nel mio lettino - Il grande occhio dell'essere - Me lo sono trovato davanti - Occhio mansueto il paffuto - Si staglia il pachiderma - Massiccio blocco di materia - Spiccano linde in cerchio - E noi, fanciulli ingenui che da qui

FELICITÀ FRUGALE
E allora ho pensato a un personaggio... - Forse un solitario, ma che esige un senso... - Giuseppe, per gli amici "El Pinìn"... - Cercavo casa, insomma... - Altro pensiero e altro film, Caché... - Mi sono messo in giro per la città... - Ho trovato una vecchia casa un tempo elegante... - Mi piacerebbe allora fare un giro delle cascine... - Sono infatti sceso con il metrò a Gorla... - Lungo la Martesana osservo... - Ma per arrivare alla realizzazione... - Sarà stato un momento di ingenua sosta pacifica... - Anch'io sono già passato

LA CHIAVE DI VOLTA
Osservo dalla mia finestra la chiave di volta... - Minima e insondabile, per quanto... - Ecco allora quelle macchie geografiche... - Suoni di musica o semplici ritmi della parola... - Il tracciato più labile, acquatico...

BABAZOUK
Amo le donne dei banchi al mercato - Mi piace qui, rue Benoît Bunico - E lì a due passi, in rue Droite - Un po' di storia - Ma bastano due passi tra i vicoli - Clairoir - Proseguo, rue de la Croix - Un bel cancello al 12 di rue de l'Abbaye - Mi fermo in rue Colonna d'Istria, e arretro - Ci ritroviamo infine alla distilleria ideale - La madonna del tombino

UN IDIOTA SOCIALE
Sono tornato principiante - Dell'immenso, o misero che sia - Mentre vado mi ripeto senza senso - Non esistono più, pensavo - Ma qui - Un'illusione ottica, un miraggio - La pietà che ci insegue - La materia si erge, si protende - La poesia ha parole pesanti - Guardando da un finestrino di casa - Il guardiamarina Willie Keith, un tormentato - Mi depongo tranquillo con un pensiero... - Scarso fagotto informe, spingeva - Verso la fine o poco prima

Note

Conosci l'autore

Maurizio Cucchi

1945, Milano

È un poeta italiano. I suoi versi ritraggono l’alienazione piccolo-borghese con toni oscillanti fra cruda oggettività e febbrile onirismo: Il disperso (1976), Le meraviglie dell’acqua (1980), Glenn (1982, premio Viareggio), Donna del gioco (1987), La luce del distacco (1990), Poesia della fonte (1993), Per un secondo o un secolo (2003), Vite pulviscolari (2009), Malaspina (2013). Per il teatro ha scritto Nel tempo che non è più e non è ancora (1989). Nel 1983 ha curato un Dizionario della poesia italiana. Nel 2019 esce per Mondadori Sindrome del distacco e tregua e nel 2020 La vita docile.

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