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Un socialismo possibile. Una nuova visione del marxismo - Bruno Jossa - copertina
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Un socialismo possibile. Una nuova visione del marxismo - Bruno Jossa - copertina
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Descrizione


Frutto di quarant'anni di studi sulla teoria economica del socialismo, questo volume teorizza come un sistema di "imprese democratiche", vale a dire di cooperative di produzione, possa realizzare un modello produttivo efficace, in grado di contrastare la crisi del capitalismo, i cui effetti si stanno facendo avvertire con forza in questi anni. Già John Dewey, uno dei più noti filosofi sociali del XX secolo, sosteneva che le imprese debbono essere gestite dai lavoratori, pur se con una certa dose di intervento pubblico. Idea condivisa da marxisti come Anton Pannekoek, Karl Korsch, Angelo Tasca, Antonio Gramsci, Richard Wolff e Ernesto Screpanti, o socialisti come Pierre Proudhon, John Stuart Mill, Karl Polanyi e G.D.H. Cole, per citarne solo alcuni. Alla base dei ragionamenti qui esposti da Bruno Jossa, è l'idea che per valorizzare la scienza e la tecnica, preziosi strumenti del progresso, dobbiamo innanzitutto salvaguardare l'uomo, divenuto ormai vittima degli strumenti che egli stesso ha creato e sopravvalutato, rendendolo attore protagonista e non soggetto passivo nei processi di produzione.
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Dettagli

2015
15 ottobre 2015
Libro universitario
347 p., Brossura
9788815259707
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Indice

Introduzione
I. Il marxismo, la dialettica e l'economia politica
1. Introduzione
2. La dialettica nelle opere di Marx secondo un'opinione diffusa
3. Critica dell'opinione corrente
4. La dialettica di Marx è quella di Hegel?
5. Il marxismo e l'economia politica
6. Interpretazioni del rapporto Hegel-Marx sulla dialettica
7. Conclusione
II. Un sistema di cooperative di produzione
1. Sul concetto di modo di produzione
2. Modo di produzione e rivoluzione nel marxismo
3. Vitalità del socialismo
4. Caratteristiche fondamentali di un sistema di imprese gestite dai lavoratori
5. Il principio dell'autogestione
6. Due tipi di cooperative
7. La massimizzazione del benessere dei lavoratori come principio operativo dell'impresa gestita dai lavoratori
8. La LMF e la WSDE di Wolff
9. Le difficoltà di finanziamento
10. Su un sistema di cooperative come nuovo modo di produzione
III. Lenin e le cooperative
1. Introduzione
2. Lenin e la pianificazione centralizzata
3. Lenin e le cooperative
4. L'interpretazione di Bucharin dell'articolo di Lenin
5. Interpretazioni recenti dello scritto di Lenin
6. Un'interpretazione più compiuta
7. Conclusione
IV. Sui pregi delle imprese democratiche
1. Il più grande vantaggio delle imprese cooperative
2. L'autogestione e la sfida di Minerva
3. Autogestione e produttività del lavoro
4. Altri vantaggi di un sistema di imprese democratiche
5. Imprese cooperative e proprietà pubblica degli strumenti della produzione
6. Imprese cooperative e democrazia diretta
7. Conclusione
V. Imprese democratihe e disoccupazione
1. La disoccupazione per alto costo del lavoro
2. Cooperative e crisi secondo Keynes
3. La disoccupazione keynesiana e le cooperative
4. La disoccupazione strutturale e la tendenza al sotto-investimento dell'impresa cooperativa
5. Ancora sulla disoccupazione strutturale
6. La società «liquida» di Bauman e la democrazia nelle imprese
7. La disoccupazione e l'intervento dello Stato nell'economia
8. La disoccupazione nell'era della globalizzazione
9. Conclusione
VI. Alienazione e autogestione
1. Introduzione
2. L'alienazione nei Manoscritti del '44
3. I diversi gradi dell'alienazione
4. L'alienazione e la rivoluzione
5. Le due rivoluzioni secondo Marx
6. Sui tempi delle due rivoluzioni
VII. La teoria economica delle cooperative di produzione e la transizione al socialismo
1. Introduzione
2. La transizione secondo la teoria delle cooperative di produzione
3. Pregi, difetti e razionalità delle tre vie al socialismo
4. Opinioni contrarie
5. Sweezy, il proletariato e la rivoluzione
6. Intellettuali e classe operaia secondo Kautsky e Lenin
7. Conclusione
VIII. È possibile una rivoluzione pacifica e graduale?
1. Introduzione
2. Marx e Engels sulla rivoluzion pacifica e graduale
3. Lo sciopero e l'impresa democratica
4. È possibile una transizione spontanea?
5. Schumpeter e la via pacifica al socialismo
6. La critica di Olson e Buchanan al socialismo
7. Un marxismo da II Internazionale?
IX. Necessità o eventualità della transizione al socialismo?
1. Introduzione
2. La critica di Rosselli a Marx
3. La storia ha una direzione?
4. Marx e il darwinismo
5. La contraddizione tra capitale e lavoro si accresce di continuo?
6. Classe «in sé» e classe «per sé»
7. Ancora su eventualità o necessità della transizione
8. Conclusione
X. L'impresa democratica e la «rivoluzione passiva»
1. Introduzione
2. La pianificazione centralizzata e le rivoluzioni passive
3. La borghesia e la democrazia nelle imprese
4. Ancora sulla rivoluzione passiva
5. Rivoluzione passiva ed egemonia
6. Marx sulla separazione tra società civile e Stato nel capitalismo
7. Conclusione
XI. La democrazia nelle imprese e il ruolo dello Stato nel capitalismo e nel socialismo
1. Introduzione
2. Marx e Engels sullo Stato
3. Lo Stato nel capitalismo nel marxismo tradizionale
4. Critica dell'opinione marxista tradizionale
5. Engels e la pianificazione centrale
6. Si può fare la rivoluzione con l'aiuto dello Stato?
7. L'intervento dello Stato in un sistema di imprese cooperative
Conlusione
Conclusioni
Riferimenti bibliografici

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Michele C.
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Libro non solo chiaro ma elegante, malgrado questa qualità, per alcuni, non possa essere attribuita a un testo tecnico. Mi piace il suo stile e la struttura. Ed è denso di contenuti che fanno riflettere: l’idea che un socialismo, quello possibile, forse neppure troppo marxista, possa realizzarsi e possa instaurarsi senza rivoluzioni sanguinarie. L’Autore ci dice che con la forza delle idee, che appunto sviluppa lungo gli undici capitoli del libro, si possa convincere i lavoratori a preferire un sistema di imprese democratiche rispetto a quello capitalistico, difettoso e ingiusto, e che quindi possa indurli a chiedere e ottenere per via legislativa un nuovo tipo di socialismo. Perché questo offre soluzioni migliori in termini di equità, funzionalità ed efficienza. L’errore dell’Autore, mi permetterà, sta proprio in una delle sue premesse, quella di ricondurre la nuova economia nell’alveo del marxismo e della tradizione comunista rendendo di fatto meno possibile la sua accettazione da parte di una classe media troppo spaventata da quel pericoloso “spettro”. L’economista qui “perde” sin troppo tempo a giustificare che la soluzione proposta ricada in un certo pensiero marxiano, e troppo poco a farci immaginare (sognare) un siffatto sistema economico. In altre parole, il libro pretende più di convincere i marxisti, ma inutilmente perché non sono che esili minoranze, altamente litigiose e forse anche troppo superbe, piuttosto che una borghesia, in senso esteso, i cui privilegi si vuole estendere a tutti i lavoratori.

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