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I Spozoéi inpromìssi - Alessandro Manzoni - copertina
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I Spozoéi inpromìssi - Alessandro Manzoni - copertina
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Descrizione


“Traduçión in zenéize: Rîco Carlini Revixón, Stêva Lusito Coordinatô, Frànco Bampi, “I Promessi Sposi”, anzi “I Sposoéi Inpromìssi”... Ma perché tradurre in genovese il romanzo del Manzoni? Scommessa? Pazzia? Affettazione? No, amore... l’amore per una lingua giasciâ co-e trenette e i menestroin, quando il genovese era ancora la parlata dominante di un popolo, vergata e messa in versi già nel ’200. La parlata di un popolo che purtroppo alcuni, per qualche ragione non bene identificabile, tendono superficialmente a svalutare; per questo motivo, oggi è abbastanza difficile trovare testi in prosa scritti in genovese, testi che riportino la “parlata”, che la fissino sulla carta per sempre, così com’è da quando l’uomo ha scoperto la scrittura. Qualcosa è stato fatto invece con le traduzioni di testi classici: abbiamo una “Ra Gerusalemme deliverâ” dello Stêva De Franchi del 1755 e “La Divina Commedia” del Padre Angelico Federico Gazzo del 1909. Ma si tratta di opere di poesia non di prosa. Ora questo “I Sposoéi Inpromìssi” viene a colmare una lacuna, a voler essere un punto di riferimento e di partenza. Il romanzo manzoniano è noto e quindi la rilettura in genovese non deve servire come un ripasso ma invece come la riscoperta (o la scoperta?!) di una lingua che non è assolutamente òrdenâia, e che anzi, nella traduzione fedele del testo italiano, mostra tutta la sua grazia, la sua vivacità, la sua limpidezza... la sua attualità, capace, insomma, di reggere il confronto con il quotato originale. “I Sposoéi Inpromìssi” è stato scritto con la Grafîa Ofiçiâ”.
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Dettagli

2013
28 ottobre 2013
512 p., Brossura
9788881637508

Conosci l'autore

Alessandro Manzoni

1785, Milano

Sua madre Giulia Beccaria, figlia di Cesare, il famoso giurista e filosofo, aveva sposato controvoglia Pietro Manzoni, ricco possidente del lecchese, assai più anziano di lei; Alessandro nacque dopo due anni e mezzo di matrimonio, e probabilmente fu il frutto di una relazione adulterina con il più giovane dei fratelli Verri, Giovanni. Il matrimonio ebbe breve durata e nel 1795 Giulia andò a convivere con il conte Carlo Imbonati, con il quale si stabilì a Parigi. Intanto Alessandro riceveva la sua prima educazione nei collegi dei padri somaschi, a Merate, fino al 1796 e poi, fino al 1798, a Lugano; si trasferì quindi a Milano nel collegio dei Nobili, retto dai barnabiti e vi stette fino al 1801. Ebbe allora contatti con gli esuli politici e approfondì...

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