L' ombra dello scorpione (The stand)

Molto bello

"The Stand" raccoglie i tratti principali della produzione di King in un unico grande romanzo, tra i più lunghi, in questa edizione integrale, dello scrittore americano. Lo scenario del racconto è vasto, vastissimo. Se ad esempio in "It" e in "The Dome" si trattava di una cittadina, qui si parla degli interi Stati Uniti, dall'immancabile Maine a Las Vegas e alla California. Come in altre opere, King mette in scena l'epico conflitto tra Bene e Male. I personaggi sono moltissimi e descritti nei dettagli delle loro vite e della loro storia. Come sempre in King, l'accento va sulla psicologia dell'uomo e sulla sua fragile natura, qui messa di fronte a una (attualissima, in tempo di Covid) epidemia di un virus che non lascia scampo. La pubblicazione di "The Stand" risale agli anni 70, a un King forse più visionario e meno esperto. Per questa ragione, il racconto sembra a tratti troppo lungo, a tratti spiccio; nel finale quasi sbrigativo dopo pagine su pagine di costruzione "come solo King sa fare". Per chi legge King, è un romanzo imperdibile, nonostante la lunghezza e nonostante lo squilibrio, almeno (se spaventa il numero di pagine) nella versione originale tagliata. Una nota di demerito al titolo italiano: "L'ombra dello scorpione" non rende assolutamente l'idea di cosa sia "The Stand".

Decisamente il primo King è il migliore. Romanzo epico e trascinante, che gronda cristianesimo, ma non quello panna e miele dei nostri tempi: un cristianesimo potente, di un Dio che ti prende per la collottola e ti chiede di scegliere, anche se ti costa sofferenza. Personaggi ben delineati ma non rigidi - i buoni scelgono il bene ma non sono perfetti, i cattivi non sono interamente votati al male (almeno non tutti). L'avevo letto da adolescente, ma l'ho apprezzato molto di più alla mia veneranda età.