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Storia e statistica. Introduzione ai metodi quantitativi per la ricerca storica - Angelo Porro - copertina
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Descrizione


Scopo di questo libro è quello di illustrare i procedimenti statistici di base che possono essere impiegati nella ricerca storica, e di mettere in rilievo i caratteri peculiari che concetti quali quelli di 'misura' e di 'quantificazione' vengono assumendo qualora siano applicati a tale ambito di indagine. Le parti di statistica descrittiva trattate sono state esposte tenendo conto di alcuni criteri fondamentali. In primo luogo si sono volute chiarire le operazioni logiche che configurano il metodo statistico, al fine di consentire una puntuale valutazione delle possibilità d'uso per la conoscenza storica; in secondo luogo le nozioni tecniche sono sempre state presentate, pur nel necessario rigore, in una forma comprensibile anche al lettore privo di specifica preparazione statistica, richiamando la definizione stessa degli indispensabili concetti matematici e il relativo simbolismo. Infine, si è insistito sugli aspetti 'operativi' della rilevazione ed elaborazione dei dati, sia perché essi costituiscono la maggiore difficoltà che lo storico incontra nel tradurre in risultati quantitativi le sue indagini, sia perché solo attraverso l'esperienza dell'applicazione concreta è possibile comprendere sino in fondo come storia e statistica possano integrarsi; e questo non solo per quanto riguarda la storia economica, ma anche quella socio-culturale, quella istituzionale, quella amministrativa. In questo senso, il volume si rivolge a tutti coloro - studiosi, studenti, appassionati di storia - che intendono approfondire la propria formazione storica, accostandosi ad una delle 'frontiere' più significative della ricerca.
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Dettagli

1989
1 febbraio 1989
Libro universitario
228 p., ill.
9788843009138
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Indice

Prefazione1.Origini e sviluppi della storia quantitativa1.1.Storia quantitativa e storia seriale1.2.Le fonti per la storia quantitativa1.3.Qualità e quantità nella storia seriale2.Metodo statistico e ricerca storica2.1.La statistica: l'oggetto, gli ambiti, le nozioni fondamentali2.2.I dati statistici: il requisito della 'omogeneità'2.3.Le finalità della statistica e l'oggetto della ricerca storica3.Il procedimento statistico3.1.I caratteri statistici: la tipologia3.2.Le 'scale' per la 'misurazione' dei caratteri3.3.Le fasi della ricerca statistica3.4.Nozioni elementari di matematica 4.Le distribuzioni statistiche4.1.Distribuzioni di frequenza e distribuzioni di intensità4.2.Le distribuzioni di frequenza e il raggruppamento dei dati in classi4.3.L'ampiezza delle classi: limiti reali e limiti espressi4.4.Distribuzioni di frequenza e perdita di informazione: il valore centrale delle classi4.5.La costruzione di una distribuzione di frequenza4.6.Le frequenze assolute, relative, percentuali. Le frequenze cumulate5.Le rappresentazioni grafiche5.1.Le rappresentazioni mediante coordinate cartesiane5.2.Le rappresentazioni grafiche di distribuzioni secondo un carattere quantitativo discreto o un carattere qualitativo5.3.La rappresentazione grafica delle serie storiche5.4.Rappresentazioni non cartesiane di distribuzioni, serie storiche e serie territoriali6.L'analisi delle strutture6.1.I rapporti statistici6.2.Le medie6.3.Le misure della variabilità7.L'analisi delle serie storiche7.1.I numeri indici7.2.Le componenti delle serie storiche e i 'modelli generatori'7.3.La stima del trend7.4.La stima delle altre componenti7.5.La stima dei dati mancanti e la correzione dei dati erratiAppendice. Lettura sull'evoluzione dei prezzi a Firenze: 1520-1620Bibliografia

Voce della critica


scheda di Procacci, P., L'Indice 1989, n. 7

Nella convinzione che i procedimenti quantitativi si propongano come il linguaggio più efficace per rappresentare il funzionamento delle strutture istituzionali - da considerarsi nella loro evoluzione - l'autore in questo saggio cerca di illustrare quelle parti della statistica descrittiva più direttamente connesse alla ricerca storica. Di intenti dichiaratamente didattici quest'opera tende a privilegiare gli aspetti applicativi piuttosto che quelli teorici, ponendo in particolare rilievo la complessità sottesa alla convergenza fra storia e statistica. La scansione del testo, nel suo complesso, sottolinea d'altronde le riflessioni di carattere metodologico dell'autore che, tramite una puntuale ricostruzione degli sviluppi della storia quantitativa, pone marcatamente l'accento sullo spirito critico e sulla consapevolezza che gli storici devono mantenere in tale approccio. Non è casuale che le parti più interessanti del libro consistano nella ricostruzione comparativa delle molteplici scuole di storici economici che hanno proficuamente utilizzato i metodi, i materiali e i risultati della statistica: l'equilibrato bilancio comparativo che ne deriva muove dalle esperienze italiane degli anni Trenta (Fanfani, Parenti ecc.) per giungere fino ai più recenti studi (come quelli di Bulferetti, Cipolla e De Maddalena) analizzati sul filo di una continua comparazione con i grandi modelli dell'americana "New Economic History", delle "Annales" francesi e della storia sociale inglese. Saper usare "misura e quantificazione" significa per uno storico muoversi con sufficiente consapevolezza e autonomia all'interno di un lavoro interdisciplinare e, di conseguenza, conoscere direttamente la metodologia statistica almeno nelle sue linee essenziali. Per l'autore solo l'apprendimento diretto della metodologia statistica consente di stabilire i confini e i presupposti logici e culturali del processo di integrazione tra storia e statistica, ma soprattutto permette allo storico di verificare quali siano i contributi e le risposte che l'una può attendersi dall'altra.

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