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Scritta con la piacevole scorrevolezza e la chiarezza espositiva a cui ci ha abituato l'autrice - la più nota, insieme ad Antonio Tabucchi, tra i lusitanisti italiani -, questa sintetica rassegna di temi cardine della letteratura brasiliana, dedicata ai non specialisti di produzioni letterarie della terra del pau-brasil (dal legno indigeno da cui il paese prende nome), riesce innegabilmente a fotografare una realtà complessa con essenzialità di argomenti e personalità letterarie, certamente in grado di affascinare e oltrepassare i limiti del topos che da sempre uguaglia Brasile a tropicalismo. Il lettore attento viene così accompagnato lungo i cinque secoli di storia letteraria brasiliana da una guida imparziale ma al contempo sinceramente appassionata e felicemente impressionata dagli affreschi poetici di cui racconta, capace di coinvolgere il lettore italiano nell'illustrazione delle lettere brasiliane soprattutto in virtù dei molteplici rimandi comparativi alla storia letteraria europea. Si passa allora dalla questione della rivendicazione identitaria linguistica e culturale ribelle ai modelli della madrepatria portoghese, alla natura delle espressioni letterarie centrate sui rapporti tra gli individui di una vivace società multirazziale, dai grandi cicli letterari dell'antischiavismo baiano, delle secas nordestine (le siccità stagionali), del sertão dei cangaceiros (il deserto dei briganti), al tema dello "sbigottimento di fronte alla natura ciclopica e disumana", per concludere infine il resoconto - che non è solo di consultazione - segnalando le peculiarità del romanzo borghese di fine Ottocento, così come le contemporanee letterature delle favelas , della scrittura femminile o delle avanguardie più sperimentali.
Daniela Di Pasquale
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