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Storia della pubblicità in Italia dal 1945 a oggi -  G. Luigi Falabrino - copertina
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Descrizione


Dai grandi grafici attivi negli anni della Ricostruzione alle attuali anomalie del nostro sistema radiotelevisivo, dalla propaganda politica alla comunicazione pubblicitaria della politica, dai cambiamenti di costume e di mentalità riflessi nelle tranquillizzanti "scenette" di "Carosello" alle campagne shock di Toscani e a Pubblicità Progresso, da Mike Bongiorno ai testimonial dello star system internazionaLe: sessant'anni di pubblicità italiana ripercorsi attraverso le esperienze e le riflessioni di uno dei suoi protagonisti.
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Dettagli

2007
15 marzo 2007
144 p., ill. , Brossura
9788843040759
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Indice

Premessa 1.Dalla povertà contadina al consumismo/ Distruzione e ricostruzione/La radio/I quotidiani e i nuovi periodici 2.Pubblicità una e trina/La tradizione del manifesto e i grandi grafici/La pubblicità orientata al marketing/La pubblicità diventa americana 3.L'era di Carosello/Lascia o raddoppia' lancia la TV/Il paradosso della pubblicità che non doveva essere tale/La SIPRA 'assegna', la SACIS censura/L'imprevisto: spettacolino + codino, una miscela esplosiva per il successo/ Il teatrino di chi non andava a teatro/Tutti a letto dopo Carosello/Perché fare pubblicità per i bambini' 4.Processo alle streghe/Manipolazione dei bisogni e persuasori occulti/Civiltà contadina e anti-industrialismo/Peggio la televisione o il parroco del villaggio' 5.Tutto cambia/Fra terrorismo e inflazione/ La rinascita 'sociale' della pubblicità/La pubblicità si dà una legge e tenta di costituire un fronte comune/Le riforme decisive del Codice pubblicitario/L'effetto positivo di due sentenze dei tribunali di Stato 6.La rivoluzione televisiva/Le sentenze che hanno cambiato l'etere/Il momento della pluralità/La formazione del duopolio televisivo 7."Proibito proibire"/Pubblicità più libera/I nuovi linguaggi della persuasione/Gli anni del 'riflusso'/"Se non è un piacere, che piacere è'"/ Benetton fa pubblicità contro la pubblicità 8.La pubblicità si fa politica/Da "La DC ha vent'anni" a "L'immaginazione al potere"/Si comincia dalla grafica e poi viene la pubblicità/ La televisione è la nuova piazza dei comizi 9.Dietro le quinte/La guerra per il possesso dell''Espresso' e della Mondadori/Gli altri strumenti della comunicazione d'impresa/Crisi delle marche e crisi della pubblicità/Il terzo polo non s'ha da fare (e tanto meno il quarto)/ Il fantasma di Murdoch 10.L'ultimo ventennio del Novecento/La restaurazione/A dir le mie virtù/L'intimo e la moda/Donne e uomini, tutti oggetti sessuali'/ Un'analisi superficiale/L'ipotesi antropologica e l'interpretazione di un grande scrittore/ Testimonial à gogo 11.Arriva il Duemila/La vicenda di Europa 7/ La legge Gasparri per le radio e le televisioni/Il Sistema integrato delle comunicazioni 12.Conclusioni. Il 'bello' e il 'brutto' del nuovo secolo / Note / Bibliografia.

Voce della critica

È questo un lavoro all'incrocio tra storia del costume, del marketing e dei mezzi di comunicazione di massa, che, in dodici capitoli, compie un interessante itinerario ricco di nomi, date, biografie, e anche di immagini – purtroppo in bianco e nero – di pubblicità celeberrime. E non mancano svariati spunti di approfondimento pluridisciplinare. All'inizio vi è l'itinerario compiuto dal nostro paese negli anni che si distendono della povertà contadina alla società dei consumi. Centrali sono così la radio e i settimanali ("L'Europeo", "Oggi", "Il Mondo", "Epoca", "L'Espresso", "Panorama") così come la pubblicità che – tra i vecchi maestri cartellonisti e i nuovi creativi degli studi grafici, Armando Testa su tutti – per loro tramite si fa largo. Si prosegue con un ampio spazio dedicato al mezzo televisivo e ai suoi rapporti con la pubblicità, che in Italia – dal 3 febbraio 1957 al 1 gennaio 1977 – significa dire Carosello, che l'autore considera insieme specchio economico del paese, fenomeno di costume, indicatore di cambiamenti (e scontri) culturali, e alla fine strumento per interpretazioni sociologiche tra le più variegate. Si passa poi attraverso ai mutamenti degli anni sessanta e settanta, per giungere infine alle "sentenze che cambiano l'etere", che sanciscono, tra il 1976 e il 1990, la "libertà di antenna" e, più prosaicamente, segnano la formazione di quello che oggi conosciamo come il duopolio televisivo Rai-Mediaset. In questi anni la pubblicità, alternativamente, si fa più libera – o, forse meglio, provocatoria a tutti i costi (si pensi, come caso esemplare, alle pubblicità Benetton ideate da Oliviero Toscani) – e, più ancora, da strumento utilizzato per gli slogan politici di piazza diventa essa stessa piazza e strumento che fa politica e di chi fa politica.
  Alberto Guasco

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