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ricco e approfondito ma meno d'impatto rispetto al primo volume.
Secondo volume della storia della sessualità di Foucault. La ricostruzione foucaultiana pone l'accento sul rapporto tra esperienza sessuale e preoccupazione morale.
In questa seconda parte della Storia della sessualità Foucault intende dimostrare che le restrizioni nell’ambito della morale sessuale, in realtà, non sono imputabili unicamente al Cristianesimo, ma sono già rintracciabili nel pensiero greco del V-IV secolo a. C., tuttavia esse non si presentavano sotto forma di censura, bensì come una serie di regole di condotta morale affinché il soggetto libero e di sesso maschile potesse presentarsi onorevole agli occhi della comunità. Queste regole di comportamento sono evidenti in tutta la loro pregnanza in riferimento a tre ambiti principali: la Dietetica, cioè in relazione al rapporto con il proprio corpo, l’Economica, vale a dire in relazione al rapporto con l’altro sesso e, infine, l’Erotica, che mette a tema la pederastia e le conseguenze sul soggetto dell’eccesso di piaceri nei confronti dei giovani. La fruizione dei piaceri, dunque, costituisce per i greci un serio problema, giacché essi tendono a corrompere il corpo e lo spirito, se praticati in maniera indisciplinata e indiscriminata, per cui occorre mantenere una condotta di vita morigerata, temperante. Per i Greci, tuttavia, questa condotta non poteva essere concepita come una regola universale, imposta sotto forma di legislazione, una sorta di decalogo da imporre a tutti i soggetti, per cui l’obiettivo della problematizzazione dei comportamenti sessuali è teso esclusivamente all’elaborazione di un’estetica dell’esistenza che successivamente, nella variante socratico-platonica, diventa ascesi, astensione totale dai piaceri per mettersi in contatto direttamente con l’oggetto ideale, con la verità, segnando un importante e definitivo passaggio dalla deontologia all’ontologia.
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