Una storia di amore e di tenebra
- EAN: 9788807886805
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Amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un'autobiografia in forma di romanzo, un'opera letteraria che comprende le origini della famiglia di Oz, la storia della sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda, l'esistenza tragica dei suoi genitori, e una descrizione epica della Gerusalemme di quegli anni, di Tel Aviv che ne è il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo in 120 anni di storia familiare una saga che vede protagonisti quattro generazioni di sognatori, uomini d'affari falliti e poeti egocentrici, riformatori del mondo, impenitenti donnaioli e pecore nere.

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01/04/2021 11:28:24
Preferisco la storia alla letteratura e quindi all'inizio ero un po' titubante di fronte alle seicento pagine del romanzo. Poi la rievocazione da parte dell'Autore della storia della propria famiglia, dalle lontane terre della Polonia e della Lituania al futuro stato di Israele dagli anni Trenta in avanti, mi ha letteralmente avvinto e non ho più smesso di leggere. Un romanzo che consiglio soprattutto a chi ha interessi storici e intende integrarli dal versante letterario: non rimarrà deluso, anzi.
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20/03/2021 18:02:06
Malgrado il lento iniziale procedere della lettura devo assolutamente consigliare questo libro. Intenso, Amos Oz confeziona emozioni, sconfitte, vittorie e ce le regala tutte.
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02/03/2021 14:01:44
Una storia bellissima che ci restituisce una terra difficile e martoriata
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04/10/2020 12:00:16
Un libro profondo che viaggia negli anni dell' indipendenza israeliana
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20/07/2020 09:04:11
Accompagniamo il nostro autore in un viaggio alla scoperta delle radici di una famiglia e di un popolo. Ripercorriamo insieme a lui, generazione dopo generazione, 120 anni di storia, la storia di una famiglia e di un popolo: una storia di guerre, di amori, di kibbutz, di libri, di giochi d’infanzia, di ricordi, di suicidio. Una storia di sentimenti, di rabbia, dolore, delusione, depressione, solitudine, impotenza, ma anche di piccole gioie. Amore e tenebra intessono ogni pagina di questa commovente autobiografia: amore per la sua famiglia, per la sua patria, per il suo popolo e tenebra che aleggia in ogni momento e con cui ci si deve inevitabilmente scontrarsi. Una lettura sicuramente impegnativa, ma non lasciatevi scoraggiare dalla mole di questo libro, dall’inizio un po’ lento o dalle varie digressioni: NE VALE LA PENA! 🎞 Il romanzo ha ispirato nel 2015 un adattamento cinematografico, dal titolo “Sognare è vivere”. Regista e protagonista, nei panni di Fania Klausner, è Natalie Portman. Il giovane Amir Tessler veste i panni di Amos Klausner.
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17/05/2020 20:06:43
La vita di un uomo e della sua famiglia. Indimenticabile. Lo consiglio insieme a tutti gli altri suoi libri. 5 stelle non bastano per le sue opere.
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14/05/2020 19:33:39
questo libro è uno spettacolo.
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14/05/2020 09:22:28
Un Amos Oz che scava le proprie origini e il proprio vissuto permette a questo libro di essere vicino all'epopea della sua famiglia, delle sue radici e della storia della nascita di Israele. Una storia che affronta lati oscuri ma anche tenere memorie del suo passato. Una prova dell'autore che mi ha molto colpito e che amato.
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13/05/2020 16:05:00
Una storia di amore per la sua terra, per la sua famiglia, per il suo popolo; ma anche una storia di tenebra nella sua terra, nella sua famiglia, per il suo popolo. In questo chilometrico romanzo autobiografico, Amos Oz ci racconta tutto l'amore che ha vissuto e tutta la tenebra che ha dovuto affrontare. Consigliato
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13/05/2020 10:39:56
Quanto è vero un libro che prende spunto dalle proprie vicende autobiografiche e da lì prende il via e vola nelle nostre menti e nei nostri cuori. L'aderenza alla realtà è costante e fa riflettere su un mondo che è amore e tenebra allo stesso tempo. Amos Oz qui si supera ed entra magistralmente nelle nostre menti.
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13/05/2020 09:31:48
Amos Oz affronta la storia della sua vita in modo commovente, ci presenta un ragazzino che diventa uomo attraverso l'esperienza in kibbutz ma, soprattutto, attraverso la tragica esperienza del suicidio della madre - argomento trattato con rabbia e delicatezza, pagine che restituiscono tutta la sofferenza dell'autore
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12/05/2020 16:53:21
Un libro impegnativo ma intenso. Amos Oz racconta la sua vita in una Gerusalemme contesa da tutti. Consigliato.
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11/05/2020 12:56:26
Inizio lento, che potrebbe scoraggiare data la mole dell’opera. Non arrendetevi!
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11/05/2020 12:22:42
Per me fra I libri, una delle letture più intense e importanti della mia vita che SI, effettivamente anche a me ha ricordato Tolstoj. Non ci sono molte altre parole per descrivere "Una storia di amore e di tenebra"
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10/04/2020 15:55:42
inizio un po' lento .... ma poi ... si trasforma in meraviglia!!
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24/09/2019 20:24:27
Ineffabilmente bello. Commovente a tratti, disciplina alla scrittura. Dalla prima all'ultima pagina, cattura gli occhi, la mente e il cuore.
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19/09/2019 13:34:47
Ho trovato Amos un insegnante di vita, un maestro di scrittura, un capolavoro autobiografico scritto con tatto, drammaticità, tatto, arrabbiato, deluso, di nuovo tatto, di nuovo dramma, di nuovo vita. Riflessioni. Scrittura. Lettura. Una vita ad essere un libro ed è questa l'opera che ci consegna quasi chiedendo scusa, ma aprendo gli occhi su temi umani e storici, ferite che ancora sanguinano sul suolo d'Israele. Consigliato senza ombra di dubbio.
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10/03/2019 10:32:34
Qui ci si mette nei panni del grande scrittore Amos Oz, recentemente scomparso, in questa storia autobiografica, ma anche nelle speranze e nei dolori di un popolo, visti con i suoi occhi. La narrazione nelle pagine copre un arco di tempo molto ampio, quasi un secolo e mezzo, ma la sua penna permette di raggiungere in pochissimo l'ultima riga. Profondo, commovente e a volte crudo, questo libro è uno spaccato di vita da cui non si può uscire senza aver riflettuto a lungo.
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10/03/2019 10:16:38
ci vuole pazienza e tenacia certo, ma questo libro vale gli sforzi, bello.
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09/03/2019 13:57:48
Tra storia personale dell'autore e storia politica dello stato d'Israele. Bello

È arrivato per Amos Oz il momento giusto per fare i conti con il passato. E quanto questo passato sia stato importante, traumatico, ingombrante nella sua vita lo deduciamo nel modo più banale e scontato: dalle 627 pagine di testo che danno vita a Una storia di amore e di tenebra.
A circa sessant'anni il grande scrittore israeliano può guardare alla vicenda più drammatica della sua vita con una visuale allargata, collocandola storicamente e socialmente in quel momento particolare e spostandola dal piano personale a quello collettivo.
Oltre al suo nucleo famigliare stretto e al tema del suicidio della madre (finalmente affrontato in modo autobiografico), avvenuto quando l'autore era appena dodicenne, Oz racconta anche la storia di altri componenti della sua famiglia, ritornando indietro nel tempo alla generazione dei nonni e anche più in là (spostandosi geograficamente verso l'Ucraina e la Lituania) per arrivare sino alla Palestina di oggi.
Un romanzo viscerale, intimo per la partecipazione intensa sul piano personale e politico, ma anche corale per la storia di una intera collettività trascinata da una corrente che non ha mai potuto dominare.
Ancora una volta è la mitica figura dell'ebreo errante a emergere, colui che non trova pace in nessun luogo.
Scacciato dall'Europa in Palestina ("Giudeo vattene in Palestina"), una terra antica ora abitata da altri popoli, con un paesaggio e un clima profondamente diversi da quelli a cui l'ebreo dell'est, l'ashkenazita era abituato da secoli: l'entusiasmo per una nuova patria smorzato dalle nuove guerre, dalla nostalgia, dalla necessità (non nuova, certamente) di creare un gruppo solidale di autodifesa. E affrontare la successiva accusa: "Giudeo vattene dalla Palestina".
Uno splendido affresco della Gerusalemme della seconda metà del Novecento, dello Stato di Israele e del sionismo, del popolo ebraico e delle sue radici religiose e culturali, unico appiglio per millenni d'incertezza, ma anche il racconto memorabile per la sua quotidiana normalità della vita privata di una modesta e infelice famiglia. E infine l'idea di una sconfitta morale sottolineata da un suicidio esemplare (e singolo) che non può non essere metafora di quello collettivo di un popolo che ancora non ha trovato un equilibrio, una strada, un futuro certo.
"Rimasto solo in casa leggevo, tessevo sogni, scrivevo e cancellavo e scrivevo. O andavo in giro per i uadi a vedere da vicino, al buio, lo stato della frontiera con la terra di nessuno e i campi di sterpi lungo la linea del cessate il fuoco che divideva Gerusalemme fra Israele e il regno di Giordania. Camminavo dentro l'oscurità canticchiando con la bocca chiusa, ti-da-da-da-da. Non anelavo più a ‘morire o conquistare il monte'. Volevo che tutto smettesse. O quanto meno desideravo abbandonare per sempre casa e Gerusalemme e andare a vivere in kibbutz: lasciarmi alle spalle i libri e i sentimenti e avere una vita semplice, una vita di campagna, di fraternità e fatica fisica".
di Giulia Mozzato
