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La strada del ritorno è sempre più corta - Valentina Farinaccio - copertina
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strada del ritorno è sempre più corta

Descrizione


Vera ha 30 anni ed è una celebrità della tv: inventa oroscopi irriverenti con cui punisce in particolare i nati sotto il segno dello Scorpione. Primo fra tutti l'ex fidanzato Fabrizio che, lasciandola, ha smascherato le sue fragilità e riaperto un vecchio, silenzioso dolore. Quando era bambina, il padre Giordano è morto e Lia, sua madre, credendo di proteggerla, ha finto di dimenticare. Un centinaio di pagine inaspettate, scritte da Giordano, costringeranno Vera a un viaggio nell'estate dei suoi cinque anni. Quella in cui tutto è cambiato.
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Dettagli

2019
Tascabile
14 maggio 2019
215 p., Brossura
9788804714484

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Mietta
Recensioni: 5/5

..... poi ci sono libri che devi semplicemente leggere. Per farti una coccola, una carezza, per amare la lettura come non mai, per struggerti sino alle lacrime consapevole che la vita è talmente bella con una stupenda melodia tra le mani..

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soniangela
Recensioni: 4/5

Mi pare di aver tratto l'indicazione di questo romanzo da un volume recente di Chiara Gamberale; di certo ho letto che altri trovano delle corrispondenze fra gli stili delle due scrittrici, che io tuttavia non vedo. Per motivi diversi apprezzo entrambe le scritture. Il romanzo di Valentina Farinaccio mi ha preso molto, e con intensità. L'autrice è stata indubbiamente all'altezza della storia che aveva in animo di scrivere: il testo è scritto molto bene, si percepisce la cura nella scelta delle parole, e i personaggi principali sono delineati e raccontati molto bene, riuscendo a dare a ognuno di loro una propria sintassi e grammatica, e indiscutibilmente un proprio linguaggio. Questo romanzo racconta tanto dell'esistenza: del lutto e dei modi sempre precari in cui si può elaborare l'assenza e scendere a patti con essa; le luci e le ombre delle relazioni umane, la forza - anche distruttiva - dei sentimenti; l'incapacità spesso di chiudere e ricominciare, ma anche la possibilità spesso di farlo. Alla fine, però, ho pensato che questo romanzo abbia a che fare soprattutto con la narrazione: i modi in cui riusciamo a rielaborare le nostre esperienze incidono sempre sul modo in cui potremo vivere da lì in poi; e i modi in cui gli altri ci raccontano incidono sempre sui modi in cui noi stessi ci percepiamo, riuscendo, per fortuna, anche a sottrarci al potere che le narrazioni altrui possono avere su di noi. Il tratto più originale di questo romanzo mi pare essere il fatto di raccontare anche la stesura del romanzo stesso: la narrazione è anche narrazione di come il romanzo è stato costruito e scritto. Geniale. Non ricordo nessun altro romanzo in cui mi sono trovata davanti una simile soluzione narrativa. Mentre leggevo questo romanzo, ho iniziato a leggere un altro volumetto dell'autrice, "Quel giorno", che racconta di attimi-chiave in certe esistenze, che sono diventati attimi-chiave nella storia collettiva. Un'altra bella lettura.

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dana63
Recensioni: 5/5

"Che nessuno ci si incaponisce mai, sulla facilità.Pure se è la sola cosa che nella vita sempre ci manca;la sola parola che se leggi di fretta finisce che ti sbagli e che la scambi per felicità." Bello,bello,bello. Poetico,intenso, emozionante,ironico,profondo,doloroso, vivo.Insomma: bello. Valentina Farinaccio scrive bene:le parole le sceglie con cura; ti portano nei luoghi descritti, ti fanno sentire odori, sapori, suoni, e, soprattutto, ti comunicano sensazioni profonde. C'è ritmo nella sua scrittura,c'è musica, c'è poesia. C'e l'incanto ed il disincanto della vita. "Cercherei di riconoscerla la felicità, se me ne fosse data l'occasione. Cercherei di incorniciarla. Ma la felicità è fatta apposta per essere sgualcita. [...] E oggi sono arrabbiata perché non l'ho guardata meglio, non l'ho memorizzata abbastanza, non l'ho messa al sicuro". La strada del ritorno è sempre più corta racconta le vicende di una famiglia “disciplinatamente smembrata”; la storia di tre donne che devono fare i conti col dolore per la perdita dell'uomo che amano, ognuna di un amore diverso in quanto sono la mamma, la moglie e la figlia. E che, di fronte al dolore, scelgono il silenzio. "Perché parlare, parlare veramente di chi se n’è andato, alle volte fa male. E tra tutti i dolori possibili tutti scelgono, chissà perché, sempre il più silenzioso". Le vedi Vera, Lia e Santa, senti il loro dolore, il loro modo di conviverci, la loro incapacità di superarlo. La loro paura "di entrare con tutto il corpo nella sofferenza, che è l'unico modo che c'è per attraversarlo, il dolore, e uscire salvi e interi, dall'altra parte". Ci sono poi altre storie ed altre vite che si intrecciano e si affacciano alla storia ed alle vite dei protagonisti, tutte intense e lievi, forti e delicate, tremende e dolci come sa essere la vita. "Il cuore, quando impara un poco di leggerezza, si toglie di dosso il dolore, sia quello che infligge, sia quello che prova. E allora vi sentirete nuovi, ve lo prometto".

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Conosci l'autore

Valentina Farinaccio è giornalista, scrittrice e critico musicale. Lavora per Auditorium TV, la web tv dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, e collabora con "Il Venerdì di Repubblica". È autrice diversi libri: La sindrome di Bollani (2009), di Yesterday. Storia di una canzone (2015), La strada del ritorno è sempre più corta (2016), Le poche cose certe (2018), Quel giorno (2019), Non è al momento raggiungibile (Mondadori, 2022).

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