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Teoria e pratica nell'interpretazione del reato informatico
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1997
1 gennaio 1997
Libro tecnico professionale
XII-268 p.
9788814064708

Voce della critica


scheda di Negrini, L., L'Indice 1997, n.10

L'informatica e i computer sono ormai parte integrante dell'attività umana in ogni settore economico o sociale e, quindi, anche criminale. Il diritto penale deve allora adeguarsi allo sviluppo tecnologico - che, da un lato, consente nuove modalità di esecuzione dei reati e, dall'altro, crea beni giuridici nuovi che necessitano di tutela penale - per far fonte a una nuova forma di criminalità virtuale. L'autore, unendo alla conoscenza del diritto penale approfondite nozioni in materia informatica, rare in un giurista, ricostruisce dal punto di vista generale il fatto informatico sotto il profilo delle tre categorie classiche del diritto penale dei soggetti, dell'oggetto e della condotta, guidandoci tra l'altro alla scoperta degli "hackers", coloro che tramite il proprio personal computer si collegano senza autorizzazioni alle banche dati, e dei virus, programmi in grado di infettare altri programmi. L'analisi è poi dedicata alle norme che il legislatore italiano ha specificamente dettato in materia di reati commessi attraverso strumenti informatici o il cui bene leso è costituito da beni informatici, con particolare riguardo alla disciplina dell'accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, per arrivare a concludere che, se pur non pare corretto affermare la nascita della nuova branca del diritto penale dell'informatica, occorre riconoscere che l'elemento informatico introduce all'interno delle dinamiche del reato un "quid novi".

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