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"Veggendo tu lavorare e praticare la mano, ti sarebbe più evidente che vederlo per iscrittura" (Cennino Cennini, Il libro dell'arte). In un nesso indissolubile con il richiamo alla pratica, alla sperimentazione, all'esercizio, all'esperienza diretta, i trattati di tecniche artistiche medievali proponevano preziosi consigli, istruzioni, segreti e soluzioni frutto dell'esperienza dei maestri, raccolti e tramandati con progressivi arricchimenti, integrazioni e modifiche a beneficio degli apprendisti di bottega. Ma per quale ragione rileggere oggi con attenzione Eraclio, Teofilo, Cennino, Alcherio? Perché in quei testi spesso sono già le risposte a molte delle domande poste da un'opera oggetto di restauro sulla preparazione dei supporti, la composizione dei pigmenti, le tecniche per impreziosire e proteggere le superfici. Da qui il carattere propedeutico del trattato nella preparazione di tecnici e operatori nel settore della conservazione, guida normativa all'intervento di restauro. Dichiaratamente costruito come manuale universitario, il testo è dotato di abbondanti strumenti critici: presentazioni storiche, codicologiche, esegetiche e di analisi del rapporto di dipendenza e influenza tra i diversi testi introducono l'antologia, purtroppo necessariamente molto selettiva, di alcuni dei più noti trattati medievali, con particolare interesse per la pittura e per i colori. Utili, inoltre, il glossario e l'ampia bibliografia di riferimento. Accanto alle ragioni didattiche si potrà aggiungere anche l'indubbia piacevolezza e suggestione di alcuni passi: "Chi vuol mutare i fiori nei vari colori, che si richiedono per scrivere la pagina di un libro, deve percorrere un campo a mattino inoltrato. Troverà allora fiori di vario genere e sbocciati di fresco; si affretti a coglierli" (Eraclio, I colori e le arti dei romani).
Paola Elena Boccalatte
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