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Descrizione


Questo romanzo è ambientato nel periodo che va dalla fine di agosto del 1909, data dell'arrivo di Freud, Ferenczi e Jung negli Stati Uniti per le famose conferenze alla Clark University, alla fine di settembre del 1939, data della morte di Freud. Avendo come io narrante nel testo Sándor Ferenczi, le ambientazioni e i personaggi appartengono al mondo della psicoanalisi e a quello della mistica ebraica. In esso si assiste agli eroici sviluppi paralleli della psicoanalisi e della fisica quantistica, oltre che alla fondazione dell'Università ebraica di Gerusalemme. Tutto ciò sulla base di una conoscenza profonda e rigorosamente documentata con l'inserzione di citazioni da giornali dell'epoca di inediti di Ferenczi.
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Dettagli

2005
1 gennaio 2005
424 p., Brossura
9788876406911

Valutazioni e recensioni

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n.d.
Recensioni: 3/5

Il testo ricco per quanto riguarda il rapporto cabala fisica, risulta carente su quello pasicoanalisi cabala.

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Voce della critica

"Psicoanalisi, fisica, cabala: le radici del pensiero del Novecento": nel sottotitolo è distillata la sintesi di questo libro che è un romanzo storicamente e scientificamente ben fondato, preceduto da una mappa delle biografie dei vari protagonisti utile a districarsi nel labirintico intreccio di parentele e di amicizie che hanno saldato insieme, nell'Europa dell'inizio del secolo ventesimo, vite e destini di alcuni dei fondatori della cultura contemporanea. Lo stile lieve e aneddotico del racconto è contrappuntato da esplosioni di temi, vicende, dialoghi che rivelano vertiginose e misteriose concordanze e intrecci tra il mondo ebraico e le discipline fondanti il pensiero del Novecento. Per la verità l'esordio avviene a New York il 30 agosto 1909, e l'io narrante è Sandor Ferenczi alle prese con la sua inquieta prima colazione, durante il suo viaggio in America con Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. La notte precedente, infatti, aveva dovuto ancora una volta fare i conti in sogno con la severa presenza dello zaddik, l'uomo giusto e santo, capo della comunità cassidica, canale attraverso il quale fluisce la grazia divina, scala grazie a cui l'uomo può compiere la sua ascesa: imponente e vestito di nero, lo accusava di non aver imparato la lezione sollecitando punizione e pentimento. Da qui parte la storia di Ferenczi e della sua dolorosa e mai risolta relazione con Freud, e l'intreccio per certi versi simile e per altri molto diverso del rapporto tra il maestro e Jung che, affermando il diritto alla propria evoluzione personale e alla propria indipendenza, si staccò definitivamente dal movimento freudiano per fondare una propria scuola di pensiero. A lato delle vicissitudini dei primi psicoanalisti si sviluppano e si intrecciano le storie di Gyuri Hevesy, fisico ungherese premio Nobel e scopritore della radiochimica, e del gruppo di scienziati della sua generazione: Charlie Darwin, il nipote di sir Charles, Niels Bohr, Fritz Paneth, tutti "ragazzi di Rutherford", lord Ernest, padre della fisica atomica, che scoprì la struttura fine della materia, vincitore del premio Nobel. Ci sono anche i due Wolfgang Pauli, il padre, figlio di Jacob Pascheles e nipote di Wolf Pascheles, venditore itinerante di libri di preghiere e di ritratti di rabbini e poi grande libraio e d editore in Praga, e Wolfgang Pauli figlio, vincitore a sua volta del premio Nobel, enunciatore del principio di esclusione, amico di Bohr e Heisenberg, paziente, amico e collaboratore di CG Jung, dichiarato da Albert Einstein il proprio erede intellettuale. È impressionante la quantità di ascendenti rabbini, mistici, e cabalisti mitteleuropei nel gruppo degli scienziati che ha fondato la fisica moderna, che viene fuori come per caso, tra una chiacchiera genealogica e un aneddoto curioso. Vite e pensieri, l'intreccio di genialità, vita privata e paziente lavoro di scoperta e consolidamento delle due discipline che hanno caratterizzato il ventesimo secolo, psicoanalisi e fisica quantistica, si dispiega percorrendo vicende personali e storia d'Europa. I dialoghi, ovviamente non veri, ma storicamente verosimili, aprono squarci di suggestive possibilità, come quello in cui Samuel Hammerschlag, direttore della scuola ebraica di Vienna, spiega a Freud il senso della Zohar come descrizione dell'anima di Dio: "Non sapevano nulla dell'anima di Dio. Hanno però guardato profondamente in se stessi e hanno scritto ciò che hanno trovato. L'anima dell'uomo. Hanno poi attribuito tutto a Dio perché l'uomo era stato creato a sua immagine...La complessità interiore dell'uomo. Le contraddizioni,le forze in opera in esso, il loro flusso e riflusso in risposta l'una all'altra e in risposta al resto della creazione". La nascita della teoria psicoanalitica è per Freud da subito accompagnata da conflitti tra esigenze diverse,di pensare liberamente da un lato alle scoperte che andava facendo e organizzando, ma anche di assicurarne lo status di scienza, lui, medico e scienziato ebreo, preoccupato del giudizio della comunità scientifica, di non essere avvicinato a discendenze cabalistiche sapienziali, e non meno preoccupato di arginare quelli che più tardi sarebbero stati definiti passaggi all'atto dei suoi giovani allievi, esposti alle sirene della seduttività delle pazienti, spesso giovani isteriche, e della loro stessa inclinazione narcisistica erotizzante. Diversa è la posizione di Jung, figlio preoccupato di niente altro che del liberarsi da vincoli anche a costo di rischiare derive erotiche da un lato o mistiche dall'altro, e Ferenczi, l'allievo prediletto, dilaniato tra la consapevolezza della importanza delle sue intuizioni eretiche riguardo alla centralità dei traumi relazionali nella vita e nella pratica psicoanalitica , e l'angoscia di dispiacere a Freud da cui aveva bisogno di essere riconosciuto e amato. Hevesy, amico di Ferenczi nel romanzo, forse anche nella realtà, costituisce l'anello di congiunzione principale tra il mondo della fisica e quello della nascente psicoanalisi, ed è coprotagonista di una pagina cruciale in cui Bohr espone il cuore matematico della sua teoria atomica. poi c'è la storia di Wolfgang Pauli figlio, autore della magistrale revisione della teoria della relatività di Einstein , e della sua progressiva scoperta di una misteriosa continuità dentro di lui di due mondi apparentemente incompatibili come quello scientifico e quello della tradizione cabalistica, complice la sua analisi con Jung che ,ispirato dai sogni di lui scriverà il suo "Psicologia e Alchimia". l problema, dice Jeno Wigner, anche lui premio Nobel per la fisica, in un dialogo con Pauli e Paul Bernays, matematico, logico,filosofo, nipote della moglie di Freud Martha Bernays, entrambi discendenti da Isaac Bernays, il dispotico rabbino di Amburgo nella prima metà dell'ottocento, il problema, dice Wigner,"è l'interconnessione tra la matematica e la mente, da un lato, e la matematica e la natura dall'altro…Immaginatevi una triade - Mente, Matematica, Natura – come gli apici di un triangolo. Ogni lato corrisponde ad un enigma. Come mai l'universo segue leggi matematiche invece di essere caotico? Come mai queste regole sono abbastanza semplici da essere capite dalla mente umana? Se la matematica è una creazione della mente umana, percghè l'universo la segue? Se no, allora che cos'è? Magari un riflesso dell'universo nella mente?". Pauli risponderà che tutto è lo stesso, che i tre apici del triangolo sono manifestazioni diverse della stessa cosa, che la mente, la matematica e l'universo fisico sono un'unica identica cosa.   Anna Viacava                    

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